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Varallo crescono piante sul tetto di San Panteleone
Varallo crescono le piante sul tetto dell’antica chiesetta di San Pantaleone: ma occorre capire di chi è la proprietà prima di intervenire.
Varallo crescono le piante sul tetto
Crescono le piante sul tetto dell’antica chiesetta di San Pantaleone, che sorge lungo la pedonale che collega Varallo a località Bullio: lo si vede in un video comparso su Facebook. L’immobile ormai prossimo al crollo è oggetto d’interesse per un gruppo che vorrebbe recuperarlo e che ha aperto a tal proposito la pagina “Pro ricostruzione chiesetta di San Pantaleone” sulla piattaforma social.
«Le radici della pianta cresciuta proprio sul tetto – dice Mauro Gualdi componente del gruppo e che ha girato il filmato con un piccolo Drone – stanno minando irrimediabilmente tutta la struttura: occorre intervenire al più presto per salvare il salvabile».
La cosa non pare né facile operativamente né scontata, considerando che ancora non è chiara la proprietà di questo storico edificio tanto caro ai varallesi.
La proprietà
«Il problema è proprio questo – dice Ferruccio Baravelli, tra i promotori della ricostruzione dell’antica chiesetta – stiamo ancora aspettando che l’amministrazione di Varallo faccia le opportune ricerche per determinare se la proprietà è effettivamente di un ente pubblico, come abbiamo recentemente scoperto e segnalato agli amministratori. Non solo è un problema tecnico, comunque risolvibile, intervenire su un tetto del genere per asportare delle piante in sicurezza, ma non possiamo comunque fare nulla prima di avere ricevuto l’autorizzazione dall’ente proprietario o da chiunque venga riconosciuto come proprietario. Inoltre nulla può essere toccato prima di avere ricevuto le autorizzazioni necessarie dagli enti preposti alla conservazione dei beni culturali, come questo edificio è. Infine nessuna autorizzazione può essere rilasciata per un bene di cui non si conosce dichiaratamente la proprietà».
L’appello
Al di là del primo intervento fatto a fine febbraio sulle piante pericolose e pericolanti abbattute intorno alla chiesetta, per non ora non si può procedere a far nulla d’altro, «con il rischio – aggiunge Baravelli – che quando mai fosse realmente possibile metterci mano sia troppo tardi. Pertanto rivolgo un accorato appello all’amministrazione comunale di Varallo – conclude Baravelli – perché avvii le opportune ricerche in quanto è l’unico soggetto, soprattutto in questo periodo, che può ottenere tali informazioni presso gli enti che si sono succeduti a Ina Casa dal 1953 a oggi».
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