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La Valsesia in lutto per Mariangela Rigamonti

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Cordoglio in Valsesia per Mariangela Rigamonti: di Valdugia, ex insegnante, con il marito Enrico è stata una delle più significative beneattrici della biblioteca civica di Varallo

Lutto in Valsesia per Mariangela Rigamonti: di Valduggia, ex insegnante, persona molto conosciuta in tutta la zona e benefattrice tra le più significative, assieme al marito Enrico, della biblioteca “Farinone Centa” di Varallo. La ricorda qui la direttrice della biblioteca stessa, Piera Mazzone.

«All’inizio era una Voce misteriosa, che giungeva attraverso il filo del telefono come un balsamo che lenisce, ma che nel contempo mi rassicurava sulla decisione che dovevo prendere e che avrebbe cambiato il mio futuro: oggi sono ancora in Biblioteca a Varallo. Poi Mariangela si era trasformata in un’Amica discreta e sensibile, affettuosa e solidale, dotata di un animo sensibile e di una naturale inclinazione alla bellezza. Per qualche anno era stata insegnante e aveva saputo dare ai bambini non solo un’istruzione ma un’educazione, considerandoli suoi figli da crescere, proprio come Stefano, rimasto l’unico amatissimo figlio, dopo la perdita della primogenita.

La sua presenza a Varallo era sempre accanto al marito Enrico, insieme formavano una coppia unita e affiatata al punto da non aver più bisogno di parole, bastava uno sguardo per capirsi. Grazie alla consueta generosità dei coniugi Rigamonti, oltre che di preziosi doni librari, la biblioteca era stata dotata di una elegante porta d’entrata alla ludoteca, inaugurata nel Natale 2010. L’adozione di due leggii era stata un gesto di attenzione nei confronti dei libri antichi, che per essere esposti necessitano di particolare accortezza. Nel 2014 Palazzo Racchetti si era preparato alle manifestazioni estive con un tripudio di fiori: una cascata di vinche, fior di vetro, gerani, abbracciati da edere verdi e variegate, per restituire l’incanto dei nostri boschi e l’armoniosa semplicità dei balconi e degli orti-giardino, quelli che Mariangela amava e riusciva a immortalare nelle sue intense fotografie. Era una perfezionista e cercava l’inquadratura giusta, ma con grande sensibilità sapeva attendere quel momento magico e irripetibile che sarebbe restato per sempre. Spesso fotografava gli uccellini che si posavano sul suo davanzale, pochi secondi prima di librarsi liberi nei cieli. Come risposta ad una mia lettera dell’inizio dell’autunno mi aveva inviato una sua fotografia molto poetica: uno scorcio del lago d’Orta in un sereno tramonto d’autunno che indorava la pietra grigia dell’attracco e i tronchi degli alberi protesi sull’acqua, con poche righe sul retro, vergate nell’elegante calligrafia, a confermare l’Affetto che traghetta oltre il tempo umano che conosce un inizio ed una fine.

Ora che Mariangela si è allontanata in silenzio, con grande dignità, custodirò nel mio cuore ciò che mi è stato donato con grande generosità e seguendo nel cielo dell’inverno le formazioni geometriche delle oche selvatiche che migrano, ritroverò quel posto speciale in cui ci si ritrova senza bisogno di domande che riempiano lo spazio dell’assenza».

Piera Mazzone

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