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Arrivano anche a Borgosesia le indagini di Rocco Schiavone

Uno dei sospettati nell’ultimo libro era spettatore alla partita di calcio al Comunale di via Marconi.

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Arrivano anche a Borgosesia le indagini di Rocco Schiavone. Uno dei sospettati nell’ultimo libro era spettatore alla partita di calcio al Comunale di via Marconi.

Arrivano anche a Borgosesia le indagini di Rocco Schiavone

Era al Comunale di Borgosesia a vedere la Fezzanese la persona sospettata di omicidio nell’indagine della questura di Aosta. Non è un fatto di cronaca, ma semplicemente un passaggio dell’ultimo romanzo di Antonio Manzini che ha ancora una volta come protagonista il vicequestore più conosciuto d’Italia: Rocco Schiavone.

“Il passato è un morto senza cadavere” cita infatti anche la Valsesia. Di solito è la Valle d’Aosta il teatro delle indagini del vicequestore, ma ogni tanto Manzini nei suoi romanzi si allarga anche ad altre città del Piemonte. Se in passato le indagini avevano portato gli uomini della questura di Aosta nel Biellese, stavolta uno dei sospettati dell’omicidio (“una rottura da decimo livello” come lo definisce il vice questore Schiavone) ha come alibi una patita di serie D disputata a Borgosesia, in quanto l’uomo viene descritto come tifosissimo della Fezzanese, formazione ligure.

Nello stesso romanzo inoltre vengono citate altre città vercellesi come Santhià. Da qui arriva invece la nuova fiamma dell’agente Dintino. E chissà: l’inserimento nel romanzo di Borgosesia un domani potrebbe portare la città valsesiana anche sul piccolo schermo visto che la fiction legata ai romanzi di Rocco Schiavone riprendono fedelmente i racconti del libro.

La trama del giallo

La morte di un ciclista in montagna spinge il vicequestore di Aosta a indagare nel passato torbido e oscuro di un gruppo di ex militari. Questa la trama del libro: «Quando viene chiamato su una strada di montagna, al vicequestore Rocco Schiavone basta uno sguardo per capire di trovarsi di fronte a una rottura del decimo livello della sua personalissima classifica. Un ciclista, infatti, è stato vittima di un incidente.

Il morto si chiama Paolo Sanna, un cinquantenne che da un po’ di tempo abita in zona ma che apparentemente nessuno conosce. Dai primi accertamenti risultano subito delle stranezze. Sanna era abbiente se non addirittura ricco, ma senza occupazione, nel tempo aveva cambiato periodicamente residenze in tutto il Nord Italia, sporadiche e superficiali amicizie, qualche amore senza conseguenze, parenti lontani e poco frequentati: insomma, «una specie di ectoplasma ai margini della società».

A complicare le cose, c’è il rebus del taccuino trovato nella sua abitazione, una lista di nomi, sigle e numeri indecifrabili. Il quadro è quello di un uomo in fuga. Ma una fuga lunga, senza fine, se non fosse stato per quell’urto in montagna. Per vederci chiaro bisogna indagare nel passato, andando il più a fondo possibile, un passato che fa sprofondare il vicequestore di Aosta negli anni di gioventù di un gruppetto affiatato. Rocco vorrebbe procedere come al solito, pesante come un pugno e sottile come uno stiletto, ma è di sottigliezza che ha soprattutto bisogno, anche perché si fa sempre più drammatico il timore per la scomparsa inspiegabile di una persona, una donna, a cui qualcosa di intenso lo lega».
Nella foto l’attore Marco Giallini, che interpreta Rocco Schiavone

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