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Cronaca

Boca saluta Alessandro Erbetta, tra gli ultimi reduci

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Boca saluta Alessandro, fu arruolato nel 1943 nella Regia Aeronautica, poi l’esperienza come dattilografo a Orvieto, il campo di prigionia in Germania e la fabbrica

Boca saluta Alessandro, uno dei suoi testimoni diretti della seconda guerra mondiale

La comunità di Boca piange uno dei suoi testimoni diretti della seconda guerra mondiale: Alessandro Erbetta, classe 1923, era uno degli ultimi reduci. Il rifiuto di unirsi all’esercito di Salò gli costò la prigionia in Germania, durata circa due anni. Erbetta aveva ripercorso la sua storia alcuni mesi fa anche su “Notizia Oggi”.

Per il paese era “Sandro”

Ascoltare i suoi racconti era illuminante: «Memoria storica brillante – spiega la sua famiglia – ricordava lucidamente fatti e aneddoti attraverso quasi un secolo di vita». Anche in paese, dove per tutti era semplicemente “Sandro”, era noto: «Alcuni “ex-ragazzi” del paese, ormai nonni anche loro, lo ricordano proiettare alla “sala cinematografica” di Boca, con le prime bobine cinematografiche negli anni ’50». Dopo il pensionamento, lo si vedeva spesso al lavoro nella vigna: coltivarla era per lui una passione e le vendemmie rappresentavano un momento di festa che condivideva con la sua famiglia.

Arruolato in aeronautica

Erbetta fu arruolato nel 1943 nella Regia Aeronautica. Malgrado la giovane età, era già meccanico specializzato e aveva anche imparato a dattilografare: competenze che lo portarono lontano dal fronte, a Orvieto. Ma il destino aveva comunque in serbo per lui un’esperienza estremamente dura: quella del campo di prigionia. Vi rimase per circa un mese. In seguito dovette lavorare in una fabbrica a Rottenburg.

L’importanza dei testimoni

L’importanza di conservare le testimonianze dirette, con la loro dimensione più umana, è esemplificata in particolare da un episodio vissuto da Erbetta durante gli anni trascorsi in Germania: spesso, un ragazzino tedesco si faceva beffe dei prigionieri italiani, chiamandoli codardi. Lo stesso ragazzo, tempo dopo, fu arruolato. Dopo avere visto con i suoi occhi la guerra, si scusò con gli uomini che aveva preso in giro. Episodi come questi difficilmente possono apparire nei libri di storia: rappresenta quindi l’aspetto più prezioso di quell’importante eredità di storie e ricordi lasciata dal bochese, che sicuramente sarà custodita con cura nella memoria di chi ha avuto la fortuna di ascoltarle.

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