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Cronaca

Caso mazzancolle e capesante: agli arresti domiciliari il sindaco di San Germano Vercellese

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Caso mazzancolle e capesante: agli arresti domiciliari il sindaco di San Germano Vercellese.

Caso mazzancolle e capesante

A settembre era scoppiato il caso a San Germano Vercellese: per le borse della spesa volte ad aiutare le famiglie colpite dalla crisi economica legata al Covid il Comune aveva acquistato mazzancolle e capesante. La lista della spesa aveva scatenato le polemiche. Il sindaco Michela Rosetta aveva convocato la stampa spiegando che tutto era stato fatto alla luce del sole giustificando anche la scelta.

Nel frattempo era partita una inchiesta della procura. Oggi i carabinieri di Vercelli hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari personali emesse dal G.I.P. del Tribunale di Vercelli che, tra gli altri, vedono quali destinatari il Sindaco del Comune di San Germano Vercellese (VC), Michela Rosetta, ed il Consigliere Comunale, all’epoca dei fatti Assessore presso lo stesso Comune, Giorgio Carando, entrambi sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.
Nella stessa operazione è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G. a Maurizio Bosco, Consigliere comunale, già vice Sindaco presso il medesimo comune, nonché a G.S., 62enne, ex dipendente comunale, e ad una quinta persona, D.M., 49enne, tutti e due residenti in quel centoo.
Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati sottoposti ad indagini altri sette privati cittadini tra i quali due impresari edili.
Le accuse a vario titolo mosse a carico degli indagati riguardano più ipotesi di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e
distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.

La distribuzione delle borse spesa sarebbe avvenuta senza un criterio di equità estromettendo famiglie in difficoltà economica a favore di persone con redditi oltre i 7.000 euro mensili. Sono gli stessi pubblici ufficiali arrestati che, nel corso di una intercettazione, commentano il proprio operato ammettendo di fare “figli e figliastri” e di consegnare, ai soggetti a loro meno
graditi, il “pacco da sfigati”, ovvero di minor valore per tipologia e quantità dei beni contenuti.

Per il solo Consigliere Comunale Giorgio Carando sono altresì stati accertati numerosi episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti sia mediante
monitoraggio satellitare della sua autovettura, in cui questi, avvalendosi delle proprie funzioni, ha avuto accesso al magazzino ove erano custodite le derrate, asportando una parte consistente di prodotti di cui si è impossessato a vantaggio proprio o dei propri familiari.
Oltre a tali vicende sono emerse dalle indagini ulteriori irregolarità sull’approvvigionamento di 2.000 mascherine protettive, acquistate dal Comune presso una ditta campana che risulta legata, per motivi professionali, allo stesso Carando, nonostante l’esistenza di un altro più economico preventivo fornito da diversa azienda operante nello specifico settore.
Le investigazioni hanno riguardato anche le note vicende connesse all’abbattimento della ex Chiesa del Loreto di San Germano Vercellese, sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, demolita il giorno 3 febbraio 2020 su disposizione del primo cittadino, alla presenza degli allora vice Sindaco, Maurizio Bosco, ed Assessore Comunale, Giorgio Carando, in quella che venne all’epoca indicata come una scelta necessaria, adottata nell’emergenza scaturita dal crollo di una porzione della facciata principale dello stabile, avvenuto nel corso della messa in sicurezza da parte della ditta incaricata dallo stesso Comune. Dall’esito degli accertamenti espletati risulta invece che tale iniziale crollo è stato appositamente procurato, in accordo con la ditta incaricata, proprio allo scopo di giustificare la conseguente immediata demolizione dello stabile, così da arrecare un grave
danno alla Soprintendenza.

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