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Cronaca

Delitto di Roasio: Cangialosi sceglie di non rispondere ai giudici

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tutti assolti

Delitto di Roasio: Antonio Cangialosi sceglie di non rispondere ai giudici, la madre invece accusa l’ex compagno.

Delitto di Roasio: Cangialosi per ora sceglie di non rispondere

Antonio Cangialosi ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ieri è comparso davanti alla Corte d’assise d’appello di Torino in qualità di imputato per la morte della piccola Matilda Borin, la bimba di 22 mesi uccisa il 2 luglio 2005 nella villetta di Roasio in seguito a un trauma alla schiena. Accompagnato dal suo avvocato Andrea Del Mastro ha deciso di tacere, appunto avvalendosi della facoltà di non rispondere. Evidentemente una scelta della sua strategia difensiva.

La madre: eravamo in due, io non sono stata

Presente anche Elena Romani, la mamma della piccola ed ex compagna dell’uomo, che si è messa a disposizione del procuratore generale come testimone. Le è stato rivolta una domanda sull’ora dei fatti. La donna (che intanto si è anche costituita parte civile) era accompagnata dal proprio avvocato, in vercellese Roberto Scheda. «Io voglio giustizia per la mia bambina. Quel giorno eravamo in casa in due e io sono innocente», ha dichiarato ai giornalisti fuori dall’aula. Da ricordare che Antonio Cangialosi già nel dicembre 2016 era stato assolto per non aver commesso il fatto dal tribunale di Vercelli. Poi era nuovamente finito sul banco degli imputati dopo che la Cassazione aveva annullato la decisione del gip di non doversi procedere nei suoi confronti, accogliendo il ricorso dei legali della mamma.

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