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Cronaca

Dopo 7 anni di calvario e 30 operazioni gli devono amputare il braccio

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Un’odissea incredibile per un 35enne di Cesano Madreno colpito da una scarica elettrica

Un’odissea allucinante: una trenina di interventi di chirurgia, sette anni tra un ospedale e l’altro, e adesso il braccio ha dovuto essere amputato. E’ accaduto a un 35enne di Cesano Maderno, centro nei pressi di Monza, che nel 2010 ebbe appunto il braccio attraversato da una scarica elettrica di 220 volt. Ora quell’arto non c’è più:  medici dell’ospedale Niguarda sono stati costretti ad amputarglielo. Ma lui, Matteo Mondini, chiede che sia fatta giustizia. A breve si aprirà la causa civile.

 

«Se mi avessero subito trasferito al Niguarda, invece che ricoverarmi in Neurologia, non avrei passato le pene dell’inferno. Voglio che si accerti la responsabilità di chi mi ha rovinato la vita e mi hanno fatto diventare invalido all’85 per cento. Ho subito più di trenta interventi e ho un pacemaker per problemi cardiaci. Sono esausto, ma voglio giustizia». Ma in Tribunale a Monza un processo si è già tenuto: la titolare del negozio dove l’uomo lavorava è stata condannata a una pena di due mesi di reclusione (con la sospensione e la non menzione della condanna) per lesioni gravi colpose e a un risarcimento. Invece il chirurgo che non si sarebbe accorto in tempo della necessità del primo intervento è stato assolto.

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