Cronaca
Gattinara si stringe intorno a Nunzia: «Guarisci in fretta»
Migliorano le condizioni della donna accoltellata dal marito: è in ospedale a Borgosesia
Lo scorso fine settimana era festa a Gattinara, e il suo negozio di caramelle in corso Valsesia è rimasto aperto. Certo al banco non ha potuto esserci ancora il suo sorriso, ma le ferite non hanno fermato Nunzia Di Giulio, 27 anni, accoltellata lunedì scorso dal marito che non voleva separarsi. La donna si trova ancora all’ospedale di Borgosesia, dove è stata dichiarata fuori pericolo. Il marito Massimiliano Cirillo (36 anni) si trova in carcere a Vercelli, con l’accusa di tentato omicidio.
Una vicenda che ha colpito tutta la comunità della città e dei dintorni. I due, conosciuti e stimati, erano insieme da anni, anche se da qualche tempo, come purtroppo accade, i rapporti si erano deteriorati. Hanno due figli, uno iscritto all’asilo, l’altro frequenta le scuole elementari. «Davanti a fatti di questo genere c’è poco commentare – dice il sindaco Daniele Baglione – Se non che non sono mai ipotizzabili, men che meno in una comunità unita come la nostra. Sono vicende che non dovrebbero mai accadere».
Però purtroppo accadono sempre più spesso; e non c’è comunità piccola che tenga. Intano sui social media è uno scatenarsi di commenti, alcuni anche molto pesanti, per l’accaduto, ma anche di messaggi di incoraggiamento verso la giovane mamma. «Coraggio Nunzia!», è il coro che si alza dalla comunità di Facebook. A fianco di questi messaggi vi sono le frasi di sdegno, suscitate probabilmente dall’incertezza di pene che in generale non paiono adeguate.
Il dramma è avvenuto in via Verdi, nella palazzina dove vive l’uomo e dove prima viveva tutta la famiglia; il muratore aspettava la donna, cui avrebbe dovuto consegnare i due figli piccoli, che avevano trascorso il fine settimana con lui. Cirillo ha invece portato la donna in cantina, per poi aggredirla con un coltello. L’ha colpita più volte ma senza lederle organi vitali: e lei, con uno stratagemma, ha avuto la forza di fuggire e camminare fino alla caserma dei carabinieri, perdendo sangue per i circa 300 metri che separano la casa dalla stazione dei militari.
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