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Cronaca

L’ombra della ‘ndrangheta anche su Vercelli, Biella e Novara

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Un clan calabrese pretendeva il pizzo da numerosi gestori di locali notturni: 18 arrestati

Racket, ‘ndrangheta, pizzo. Parole che vengono normalmente riferite al Sud Italia. E invece emergono con prepotenza anche nell’indagine che riguarda la famiglia Raso di Cavaglià, origini calabresi e formalmente imprenditori edili, in realtà – secondo la procura di Torino – al centro di un vasto giro che riscuoteva il pizzo ai locali notturni di tre province, Biella, Vercelli e Novara.

Già a luglio erano state arrestate 18 persone, e 32 gli indagati per un totale di 84 capi di imputazione, con parecchie proprietà immobiliari messe sotto sequestro. Era così venuto a cadere il velo sulla “locale” biellese-vercellese, vale a dire la struttura aperta da più ‘ndrine per governare il territorio a modo loro.

Adesso la procura torinese contesta a cinque membri del clan Raso una lunga serie di reati, sui quali domina l’associazione mafiosa. Numerosi gli imprenditori della zona vittime del racket, primi fra tutti i gestori di molti locali notturni, che sarebbero stati regolarmente taglieggiati dal clan e dai loro collaboratori.

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