Cronaca
Non l’ha fatto apposta. Due anni di sconto al margaro che ha incenerito mille ettari di Valsessera
Non l’ha fatto apposta: la sentenza di appello riduce la pena per l’incendio del 2015 in Valsessera.
Non l’ha fatto apposta
L’incendio del novembre 2015 aveva avuto ampia eco: aveva riguardato un’area di oltre mille ettari di bosco, faggi, betulle e solo una piccola parte di pascolo tra i Comuni di Trivero e Portula nell’area protetta dell’alta Valsessera. In primo grado l’imputato era stato condannato a cinque anni e quattro mesi, nei giorni scorsi è arrivata la sentenza di appello che ha riconosciuto uno sconto di pena di due anni all’imputato Franco Machetto, 52 anni.
L’appello
La condanna ora è di tre anni e quattro mesi, inoltre è stato riconosciuto il risarcimento del danno solo a due delle quindici parti civili che si erano presentate, ovvero Pro Natura e Wwf.
Rispetto alla prima condanna il capo di imputazione è rimasto sempre lo stesso e non sono emersi nuovi elementi. Le carte della procura parlano di sei inneschi incendiari a tempo.
Ad essere premiata è stata la linea difensiva. La Corte d’appello di Torino ha tenuto conto delle attenuanti generiche. Questo ha consentito di avere lo sconto di pena in seguito al ricorso presentato dai difensori dell’uomo, gli avvocati Gianni Chiorino e Carlo Boggio Marzet. I legali hanno ribadito che da parte del proprio assistito, persona incensurata, non c’era stata una volontà dolosa, ma hanno spiegato che di fatto la cosa gli era sfuggita di mano. Il suo obiettivo sarebbe stato di bruciare l’erba secca e non devastare una porzione della Valsessera.
Le indagini
Grazie alle indagini si era arrivati a lui, una volta messo alle strette davanti a prove evidenti aveva confessato. In particolare erano state le donne dell’allora Corpo forestale di Biella a raccogliere gli indizi che avevano portato appunto a ritenere il margaro valsesserino come responsabile. Solo una volta scoperto aveva ammesso che era stato lui a provocare quel rogo immenso, ma non con l’intento di danneggiare, il suo obiettivo era di pulire dall’erba secca gli appezzamenti che erano attorno alle sue baite. Agli inquirenti aveva spiegato che non era riuscito a gestire la situazione ed era scappato. «Avrebbe potuto almeno dare subito l’allarme…», era stato il commento di molte persone all’epoca dei fatti. Evitando in questo modo che le fiamme si propagassero ovunque.
Lo spegnimento
L’incendio scoppiato il 27 novembre 2015 era andato avanti per giorni, le operazioni di spegnimento erano terminate solo il 6 dicembre 2015, con una spesa notevolissima tra uomini e mezzi. Si parla infatti un almeno un milione di euro, tra l’utilizzo di Canadair, elicotteri, autobotti e personale di vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato oltre a un centinaio di Aib impegnati per diversi giovani. Tra l’altro il danno ambientale era stato calcolato in circa 900mila euro. Rimane uno degli incendi che i cittadini del Biellese orientale ricorderanno con il fumo che era arrivato a raggiungere anche i paesi.
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Angelo
2 Agosto 2022 at 18:56
Non lo ha fatto apposta la falu par da bun!!!!!