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Cronaca

«Non si può morire sul posto di lavoro»

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Dopo la morte del caporeparto della Sasil, intervengono i sindacati

Dopo la morte del caporeparto della Sasil, si è tornato a discutere dei decessi sul posto di lavoro. Questo il messaggio rilasciato dai sindacati: «Le segreterie di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, unitamente a Cgil, Cisl e Uil di Biella partecipano commosse al dolore della famiglia di Franco Rosetta deceduto alla Sasil di Brusnengo e sono vicine a tutti i lavoratori della Sasil e ai soccorritori coinvolti durante lo svolgimento degli accertamenti».

Sul grave incidente è stata aperta un’inchiesta per stabilire cause e responsabilità. Le rappresentanze sindacali di categoria insieme a Cgil, Cisl e Uil rimarcano che di lavoro si continua a morire. «I dati sugli infortuni mortali sono allarmanti nonostante il calo di ore lavorate dato dal perdurare della crisi. Nella nostra regione, oltre all’infortunio mortale che ha colpito il Biellese, nella stessa settimana vi sono stati altri due lavoratori morti nel settore delle costruzioni».

E aggiungono: «Per queste ragioni vanno rese ancor più stringenti ed esigibili, non solo le norme che sottendono alla materia della Sicurezza nei luoghi di lavoro e la formazione/informazione dei lavoratori, ma si rende necessario anche un grande investimento in personale medico e tecnico per rafforzare gli organi preposti alla prevenzione e al controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro».

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