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Cronaca

Processo Di Giovanni, sfilano i testimoni dell’usura

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«Mi prestarono 130mila euro, ne volevano indietro 700mila…»

Continua a Novara il processo a carico del clan Di Giovanni, imprenditori con attività e residenza tra Romagnano, Prato Sesia e Sizzano (dove gestivano la concessionaria Borgo Service). In aula sfilano i testimoni dell’accusa, che raccontano del clima di minaccia e paura che veniva fatto calare su coloro a cui venivano prestati dei soldi. Un imprenditore attivo nel movimento terra ha detto di aver chiesto un prestito di 130mila euro, che poi però era aumento grazie a interessi stratosferici: alla fine veniva pretesa la restituzione di 700mila euro. E le minacce erano pesanti: una volta, rientrando, si era anche trovata una gallina sgozzata davanti al portone di casa.

Il processo vede imputate cinque persone tra membri della famiglia Di Giovanni e loro collaboratori: a vario titolo le accuse sono di estorsione, usura e riciclaggio. Tutti negano gli addebiti, sostenendo che si trattava di favori personali fatti a clienti che si trovavano in difficoltà. Alla sbarra anche due carabinieri, ma per aver modificato un verbale.

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