Cronaca
Tutti gli incidenti in funivia accaduti in Italia dal dopoguerra fino a oggi
Tutti gli incidenti in funivia accaduti in Italia dal dopoguerra fino a oggi. Dai cavi tranciati da velivoli ai ragazzi presi dal panico che si sono lanciati nel vuoto: cronache passate che ricordano la tragedia del Mottarone.
Tutti gli incidenti in funivia accaduti in Italia dal dopoguerra fino a oggi
Mentre si continua a indagare per fare chiarezza sulle responsabilità della tragedia al Mottarone, vengono alla memoria un po’ in tutta Italia altri incidenti analoghi che hanno mietuto vittime sulle funivie. Anche ad Alagna nel 1971 ci fu un grave incidente, ma in quel caso si trattava di una ovovia. Qui riportiamo esclusivamente quelli riferiti a funivie propriamente dette, in base a una rassegna realizzata da Prima Lodi.
Stragi in funivia in Italia: i precedenti
Partiamo dal lontano 1957, si tratta del primo incidente di questo genere di cui le cronache danno notizia. Accadde a Cogne, in Valle d’Aosta: una funivia adibita al trasporto di operai precipitò, il bilancio fu di un morto e 11 feriti.
Nel 1960, il giorno di Ferragosto, vicino a Napoli qualcosa andò storto nel collegamento tra la città di Castellamare di Stabia e il Monte Faito, la cabina proveniente da quest’ultimo si sganciò schiantandosi sui binari della ferrovia sottostante: morirono quattro persone, fra cui un bimbo.
Nel luglio del 1966, per un guasto al pilone sospeso del Grand Flambeu, tra Punta Helbronner e l’Aguille du Midi sul Monte Bianco, tre cabine precipitarono per 30 metri nel vuoto. Incredibilmente si contarono solo un morto e 13 feriti.
Anche quella di Champoluc (Aosta) del 1983 è annoverata fra le peggiori sciagure italiane di questo tipo. Inizialmente a sganciarsi fu la cabina 48 che aveva appena lasciato la stazione di partenza: scivolò indietro e rientrò provocando solo urla e paura. L’impianto fu purtroppo riavviato e così lo strappo fece balzare in alto le funi: la cabina 12 arretrò velocemente per alcuni metri e andò a schiantarsi sulla lunga campata verso il primo pilone su quella che seguiva. Tre ovetti precipitarono per un’altezza di 20 metri, altri rimasero sospesi nel vuoto. A perdere la vita furono 11 persone.
Assurdo quanto accadde ne gennaio del 1988 in Val Nola, Alto Adige: la funivia che portava a Merano partì con la porta aperta e senza il manovratore, tre giovani del posto che si trovavano a bordo vennero presi dal panico e si gettarono nel vuoto. Uno di loro perse la vita, mentre gli altri due, seppure feriti, si salvarono.
I casi dei cavi tranciati da velivoli
Spaventosi ben tre casi in cui a provocare il dramma furono dei velivoli, che tranciarono i cavi delle cabine.
Monte Bianco, 1961: il 29 agosto il cavo portante della funivia tra Punta Helbronner e l’Aguille du Midi, venne tranciato da un cacciabombardiere francese in volo. A precipitare nel vuoto furono tre cabine, uccidendo all’istante sei passeggeri. Incubo per gli altri superstiti che trascorsero 18 ore sospesi nel vuoto prima dell’arrivo dei soccorsi.
Ancora un caccia militare protagonista di un incidente. A Cortina d’Ampezzo, nel luglio del 1987, l’aereo tagliò il cavo traente della funivia del Lagazuoi. Miracolosamente, grazie al sistema di emergenza che entrò in funzione perfettamente, tutti i passeggeri si salvarono, vi furono solo 5 feriti. Altrettanto miracolosa la sorte per i due piloti del velivolo, precipitato poco dopo in Friuli, che scamparono allo schianto lanciandosi con il paracadute.
Ancora un aereo, stavolta della marina militare americana, protagonista di un dramma ad alta quota. Era il 3 febbraio 1998 quando il velivolo, sopra le Alpi trentine, tranciò i cavi della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. A precipitare nel vuoto fu una cabina con 20 persone a bordo, che persero la vita.
Il più grave: 42 morti
Ancora il Cermis è stato teatro del più grave incidente nella storia italiana degli impianti a fune.
Il 9 marzo 1976, una cabina della funivia che raggiungeva l’Alpe si staccò dal cavo d’acciaio che la sorreggeva schiantandosi a terra. Morirono 42 delle 43 persone a bordo, a salvarsi solo una ragazzina che all’epoca aveva 14 anni. A generare l’incidente fu l’accavallarsi di due funi alle quali era attaccata la cabina, una delle quali tranciò l’altra.
Incidenti fatali per i lavoratori
Il 30 agosto 1994, sul Monte Bianco, il cavo traente si tranciò di netto facendo precipitare una cabina. A perdere la vita fu il macchinista, unica persona a bordo. Un’altra cabina piena di turisti — ben 24 — rimase appesa nel vuoto fino all’arrivo dei soccorsi che misero tutti in sicurezza.
Fatali furono i lavori di manutenzione fuori stagione effettuati nel 1985. Durante i lavori di revisione due cabine della funivia Madonna di Campiglio-rifugio Spinale (nel Trentino) si schiantarono contro le due stazioni: un operaio morì (dopo alcuni giorni di agonia), un altro rimase gravemente ferito.
Tragedie sfiorate
Sfiorata una terribile tragedia nel marzo 2008, tra Pragelato e Sestriere, quando la cabina di una funivia andò a schiantarsi contro la struttura della stazione di fermata, provocando 14 feriti, sulle 30 persone che erano complessivamente a bordo. Si salvarono tutti e si ipotizzò un guasto al sistema frenante.
Incredibilmente (e fortunatamente) senza vittime quanto accadde nel settembre del 2016 quando, a causa di un guasto, oltre 110 persone rimasero bloccate nella cabinovia panoramica del Monte Bianco dove si incrociarono tre cavi a causa del forte vento. Durante la notte oltre 20 persone rimasero sospese nelle cabine, nel buio totale e nel vento. Soltanto al mattino gli elicotteri fecero sgomberare tutti i passeggeri.
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