Cronaca
Vandali “Mario Zegna” rischiano di dover risarcire i danni
Vandali “Mario Zegna”: il curatore potrebbe decidere di chiedere il risarcimento dei danni.
Vandali “Mario Zegna”, il risarcimento
Potrebbe letteralmente costare caro l’atto vandalico dei giovani che si sono introdotti all’interno dell’ex lanificio Mario Zegna di Trivero. Oltre alla denuncia d’ufficio dei carabinieri, prossimamente potrebbe arrivare anche la richiesta danni. E i costi alla fine peseranno fatalmente sulle famiglie. In sette sono stati sorpresi subito dopo il reato: annoiati dal sabato pomeriggio avevano deciso di introdursi nell’immobile ormai vuoto, srotolare gli idranti e aprirli. L’allarme è partito da un passante, che aveva scambiato per fumo la polvere bianca che usciva da una finestra dello stabile. Al loro arrivo, i carabinieri si sono trovati davanti il pavimento completamente coperto di bianco, visto che i vandali avevano svuotato alcuni estintori.
Accusa di furto
Tra l’altro oltre alla denuncia per invasione di terreni ed edifici, danneggiamento aggravato, c’è anche il rischio di una denuncia di furto, in quanto due dei giovani sono stati trovati in possesso di due camicie ancora nel cellophane e prese dal magazzino. Sarà il curatore che ha in mano l’ex “Puro Tessuto” dopo il fallimento a decidere se formalizzare la denuncia e chiedere il risarcimento danni. In fondo, il suo compito è quello di tutelare la proprietà nella sua interezza. Insieme a tecnici si dovranno quindi quantificare i danni arrecati all’immobile: l’impianto antincendio è stato completamente svuotato, il liquido è rimasto sul pavimento.
L’asta
Già in passato la proprietà della ex “Puro Tessuto” era stata presa di mira dai vandali, ma in quel caso si era trattato soltanto di vetri rotti. L’area che comprende il corpo della fabbrica di via Marconi, oltre a una abitazione, una cascina e un fabbricato che fino a qualche anno fa ospitava la caserma dei carabinieri è all’asta. L’ultima richiesta era di 240mila euro, ma nessuno si è fatto avanti per recuperare un edificio storico. E dire che la prima asta la richiesta era di 800mila euro. Nel 2015 si era proceduto a vendere i beni mobili, vale a dire parte del magazzino, qualche auto, 171 armadietti. Ma anche il marchio è stato battuto all’asta con una richiesta pari a 35mila euro.
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