Cronaca
Violenza sessuale su minore e false accuse, uomo di Ghemme condannato a quattro anni
Violenta una minorenne, poi la accusa di estorsione. Ghemme, ora l’uomo è stato condannato a quattro anni. Nel 2009 un 48enne si presentò in caserma a denunciare una giovane: a suo dire, dopo un rapporto lei aveva chiesto soldi per tenere coperto il fatto. Lei si difese ma non venne creduta. Poi le indagini furono riaperte e una nuova verità venne a galla. A 13 anni dal fatto, la Cassazione chiude il caso.
Sesso con minorenne e false accuse
Quattro anni di carcere per atti sessuali con una minorenne. È arrivata la sentenza di Cassazione a porre fine a una storia vecchia addirittura di 13 anni. Era infatti il 2009 e la ragazza, all’epoca minorenne, non venne creduta, anzi fu pure arrestata per estorsione. Poi il caso venne riesaminato ed emerse un’altra storia che ha portato all’incriminazione prima e poi alla condanna di un 48enne residente in bassa Valsesia. L’uomo era stato assolto in primo grado e condannato in Appello. Aveva quindi presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte ha confermata la pena così come la provvisionale di 10mila euro a favore della vittima, che si è costituita parte civile.
Una vecchia storia
Era il 2009 quando l’uomo si presentò in caserma a Ghemme spiegando di essere ricattato da una ragazzina con cui aveva avuto un rapporto sessuale consenziente. Lei, con il suo ragazzo, riferì l’uomo, voleva soldi in cambio del suo silenzio, altrimenti lo avrebbe messo nei guai.
In base a quella accusa, la minorenne venne pure arrestata con l’accusa di estorsione e condannata dal tribunale dei minori. Già all’epoca si difese spiegando che, sì, il rapporto ci fu, ma non era affatto consenziente: quel rapporto lei non lo voleva, era stata obbligata. Nessuno però le credette.
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Le nuove indagini
Nel 2014 però ecco che le forze dell’ordine mettono a segno l’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga) dove due parenti dell’uomo vengono arrestati per usura ed estorsione. Vengono raccolte molte informazioni sul giro d’affari e sulle attività, e spunta anche quella storia di cinque anni prima. Si decide allora di approfondire la questione. La ragazza, che intanto era diventata maggiorenne, vene convocata in procura e fu risentita anche sui fatti del 2009. Questa volta gli inquirenti le credono, si raccolgono prove e si va a processo. Assoluzione in primo grado per l’imputato, poi condanna in Appello confermata dalla Cassazione.
Intanto nell’inchiesta era finito, suo malgrado, anche l’ex comandante della stazione carabinieri di Ghemme. Una persona che tutti conoscevano e apprezzavano in paese. Il suo coinvolgimento suonò strano. Eppure finì sotto processo per falso ideologico e materiale perché gli inquirenti sospettavano che avesse favorito appunto l’uomo che approfittò della minore organizzando l’arresto della ragazza pur sapendo che non c’erano i presupposti per farlo. La procura arrivò a chiedere una condanna a quattro anni e quattro mesi. Ma i giudici della Corte d’Appello lo hanno assolto con formula piena. Il luogotenente nel frattempo era stato pure trasferito nell’Alessandrino, ora è in pensione.
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