Cultura e turismo
Oggi a Grignasco la poesia dialettale del ”Pinet Turlo”
Una quarantina i partecipanti
Grignasco diventa la “casa” dei poeti. Oggi pomeriggio, alle 16, nel salone-teatro della Società operaia di mutuo soccorso (via Rosa Massara 18), torna l’incontro biennale di poesia “Pinet Turlo”. La rassegna è aperta non solo ai poeti valsesiani ma anche alle lingue dei territori confinanti e a coloro che amano la lingua valsesiana declinata nelle varianti locali e nelle lingue dei luoghi confinanti.
I poeti valsesiani che hanno inviato le loro composizioni sono trentadue, otto i poeti che scrivono nei “dialetti confinanti”, valutati da una giuria composta da Romano Beggino, Giovanna Chiari, Annita Guglielmina, Piera Mazzone, Maria Grazia Piai Bacchetta, Silvano Pitto, Rita Saglietti, Gianni Teruggi, Franco Zanolini. «Prima di inviare i testi in tipografia per la stampa del Quaderno – spiega Piera Mazzone, presidente del Comitato organizzatore -, per i poeti che hanno dato il consenso, c’è stata da parte di Annita Guglielmina e Silvano Pitto, incaricati all’unanimità dalla giuria, un’attenta opera di revisione delle poesie pervenute, uniformando le differenti grafie. Un tema questo della grafia molto dibattuto e controverso che troverà uno spazio anche nel Quaderno attraverso l’intervento del piemontesista Gianfranco Pavesi. Come presidente dell’Incontro, memore degli insegnamenti del compianto di Pier Lorenzo Arpino, anima del Pinet Turlo, penso però che lo scrivere senza seguire una grafia codificata rischi sempre di minare la comprensibilità di quel che scriviamo. Pubblichiamo le poesie pervenute proprio per tener vivo il “dialetto”: quindi sarebbe importante avere una grafia che permetta a chi non “sa già”, non solo di capire, ma anche di leggere correttamente».
Quest’anno la Rassegna si aprirà con un breve “cammeo” offerto dai ragazzi della scuola media di Boca, sezione dell’istituto comprensivo di Grignasco. «Nello scorso anno scolastico l’attenzione degli alunni – aggiunge Mazzone -, coordinati dalla professoressa Fulvia Minazzoli, si era concentrata sui dialetti locali collegati al mondo e alla società contadina e vitivinicola, oggi è stato costruito un ponte linguistico per traghettare l’attualizzazione del dialetto, dal lavoro alla poesia, racchiusa nei versi dei poeti contemporanei. Il futuro è tra le mani delle giovani generazioni multietniche che, riappropriandosi delle lingue del territorio, attraverso i poeti chiamati sul palco a leggere la loro poesie, ascolteranno le voci più autentiche del territorio testimoniare una cultura e proporre una condivisione di valori universali».
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