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Cultura e turismo

GALLERY: Guardabosone riscoperto con le Giornate del Fai

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“Guardabosone. Ambiente e arte: connubio vincente”: il titolo della pubblicazione che va ad arricchire la Collana del Fai Valsesia, è molto azzeccato.

“Guardabosone. Ambiente e arte: connubio vincente”: il titolo della pubblicazione che va ad arricchire la Collana del Fai Valsesia, è molto azzeccato. Il paese è un microcosmo: due ristoranti, un negozio di alimentari e tabaccheria, “La butega dal pais”, una locanda, aziende che producono articoli di nicchia, un orto botanico, artisti che l’hanno scelto come dimora Hanno dato il loro contributo alla pubblicazione, che resterà dopo le Giornate di Primavera e costituirà una sorta di  lusinghiera “carta d’identità” del paese: Donatella Mossello Rizzio, storica dell’arte, fondatrice del FAI Valsesia, Ornella Maglione, architetto, che sotto la guida della compianta Vera Comoli Mandracci, aveva fatto una tesi sul paese, studiando l’insediamento di Guardabosone in modo analitico, proprio “come si analizza un documento”,  Cesare Locca, oggi amministratore comunale, ma storico e antropologo, laureato con una tesi su tradizione e  memoria, che in uno dei suoi due saggi, parla di: “Paese museo olistico”, Linda Barbolan, che ha tracciato un  sintetico saggio sul connubio ambiente e natura realizzato a La Burla-Cascina del sole, azienda agricola  ecosostenibile e fattoria didattica, Arduino Vettorello, che racconta e attualizza la lunga storia di un piccolo stabilimento industriale.
Nell’organizzazione delle due Giornate di Primavera a Guardabosone hanno lavorato più di cento persone, tra  Volontari FAI, Insegnanti e Studenti – Ciceroni, ragazzi del Rotaract Valsesia. I “ciceroni” erano molto preparati, ma soprattutto motivati, e sapevano coinvolgere nelle spiegazioni. Ben equilibrata la suddivisione tra beni  artistici e musei: dal Museo di Arte Sacra a quello Entomologico, di Scienze Naturali, Museo Antropologico,  Paleontologico, all’Orto Botanico, fino al Museo degli antichi mestieri e allo straordinario forno del pane comunitario ancora funzionante, è stato un susseguirsi di emozioni e conoscenze trasmesse in modo chiaro e garbato.

Le “botteghe” degli artisti animavano il nucleo medievale con mostre interessanti e originali: dai quadri di Umberto, Bibi Brescia, Ermanno Zamboni, Franco Pera, Maura Vanzetti, alle porcellane dipinte di Giuliana Zanotti, che nell vecchia cantina trovava il luogo ideale per far rivivere una tradizione di famiglia, esponendo bottiglie, anfore, cartelloni pubblicitari della Ditta Don, del nonno Carlo Brugo, che a Romagnano produceva il famoso Amaro della Valsesia, mentre Piero Motta è un artista che trasforma “rottami ferrosi” in opere d’arte.

Le Giornate di Primavera sono state vissute intensamente anche dagli abitanti del paese, che non si sono sentiti “invasi”, ma hanno accolto i visitatori con molte iniziative, offrendo cibi tipici e tradizionali, come i profumati tortelli di San Giuseppe. Carmen e Graziella mi hanno accompagnata nelle visite, svelandomi passaggi poco conosciuti e riscoprendo le loro tradizioni attraverso l’attento ascolto delle spiegazioni dei ragazzi delle scuole medie di Crevacuore: in loro si avvertiva tutto l’orgoglio di essere cittadine di un piccolo borgo curato ed amato.

Il Gruppo FAI Valsesia da nove anni abbina sempre la storia e l’arte con le attività produttive artigianali e industriali, i luoghi “del lavoro”, nati da una cultura tecnica e produttiva. A Ponte Strona nel 1891 sorse il Lanificio Tonella, poi trasformato in Cartiera, che purtroppo ha chiuso la produzione nel 2011. In quello stabilimento si  stampava la carta per la Settimana Enigmistica, inventata nel 1932 dall’Ingegner Sesini, Conte di Sant’Andrea.

Arduino Vettorello, attivo volontario FAI, ne ha riscoperto la storia e ha fatto rivivere per un giorno l’emozione di  “fare la carta” dalla pastalegno, cellulosa, lignina, ma soprattutto acqua, senza la quale non sarebbe possibile, infatti l’impasto iniziale è costituito al 98% proprio da acqua. Seguendo la macchina “continua”  si percorreva l’iter che portava alla nascita della carta, rigorosamente controllata per resistenza, peso e collatura, perché la qualità doveva sempre essere garantita. 

Piera Mazzone

(Guarda qui sotto le immagini)

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