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Cultura e turismo

Gli autori delle canzoni del carnevale a lezione per un dialetto scritto correttamente

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Varallo: a proporre l’iniziativa la Pro loco di Locarno

Gli autori delle canzoni del carnevale si sono ritrovati a Locarno, ma questa volta non per il tradizionale incontro annuale, bensì per un corso finalizzato a uniformare la loro grafia. A proporre l’iniziativa la Pro loco della frazione varallese: «Era già intenzione del Comitato Paniccia di Locarno, sezione della locale Pro Loco che dal 1993 organizza l’Incontro autori delle canzoni di carnevale – spiega il segretario Primo Vittone – riunire i poeti per cercare di uniformare, nel limite del possibile, la grafia. Prendendo spunto dall’iniziativa nazionale promossa dall’Unione nazionale Pro loco d’Italia, che con il motto “Salva la tua lingua locale” da cinque anni ha istituito un premio letterario nazionale per le opere in dialetto o lingua locale, con Silvano Pitto, coordinatore dell’Incontro dedicato alle canzoni del carnevale e membro del Comitato Pinet Turlo, abbiamo pensato di rispondere all’invito non con una produzione in poesia o in prosa, ma puntando su come scriverla».

Sono stati dunque invitati tutti gli autori delle canzoni di carnevale a partecipare a due serate di lezione dedicate all’apprendimento degli elementi essenziali della lingua piemontese nelle varianti locali valsesiane. Il problema della grafia era già affiorato a ottobre in chiusura della Rassegna biennale di poesia dialettale valsesiana che si tiene a Grignasco. «Ci si era lasciati – spiega il presidente del Comitato organizzatore Piera Mazzone – promettendo di rivederci prima del prossimo incontro per confrontarci sulla scelta di una grafia comunemente accettata, che renderebbe il Quaderno più omogeneo e leggibile anche al di fuori dell’area valsesiana».

Gli incontri a Locarno erano aperti a tutti: oltre una ventina le iscrizioni. «Nel primo incontro di giovedì 16 novembre – riferisce Mazzone -, il conduttore Silvano Pitto , prendendo spunto dai termini carnevaleschi più usati, ha proposto un confronto critico con le scelte adottate dai poeti del passato, poi ha proseguito rispondendo alle numerosissime domande dei partecipanti e offrendo un’ampia serie di esempi che rivelavano la necessità di differenziare l’uso di vocali, accenti, consonanti semplici o doppie».

Le due ore e mezzo di lezione sono letteralmente volate «senza che mai si avvertisse il minimo calo di attenzione – sottolineano di organizzatori – e questo per noi è stato un grosso successo, che ha confermato l’interesse per l’argomento grafia, non più relegato a un ambito di specialisti». La seconda lezione «ha avuto un’impostazione più sistematica – riferisce Mazzone -, per potere esaurire le principali regole inerenti vocali, consonanti, articoli, preposizioni, finendo con un approccio ai verbi». L’interesse crescente ha indotto Vittone e Pitto a proporre un terzo incontro per approfondire gli argomenti, correggere gli esercizi assegnati e cimentarsi in altri.

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