Seguici su

Cultura e turismo

La comunità di Piode in Svizzera per i 250 anni di Fra Palemone

Pubblicato

il

Martedì e mercoledì la Parrocchia organizza una gita alla Certosa della Valsainte

La parrocchia di Piode ricorda i 250 anni dalla nascita di Fra Palemone. Il 23 e 24 maggio organizza una gita alla Certosa della Valsainte. Già definito il programma. Partenza martedì 23 maggio in bus da Alagna alle 5.45, quindi passaggi da Scopello alle 6.15 e Balmuccia alle 6.30. Il percorso vede il passaggio in Valle d’Aosta dove il gruppo si fermerà a Saint. Rhemy per il pranzo. Nel pomeriggio si attraversa il traforo del Gran San Bernardo per arrivare a Montreux sul lago Lemano con visita della bellissima località. Al termine trasferimento a Bulle con sistemazione in hotel per cena e pernottamento.

Mercoledì 24 maggio partenza per la Certosa della Valsainte dove i monaci conducono ancora una vita religiosa molto intensa, qui sarà celebrata la messa i onore di Fra Palemone. Il programma prevede la visita di Gruyères, nel pomeriggio partenza per il ritorno attraverso il passo del Sempione. La quota di partecipazione è di 220 euro, iscrizioni contattando Walser Viaggi al numero 0163.54095 o Mauro Alberti al 340.90.43.007. E’ Mauro Alberti a presentare la figura di Fra Palemone, al secolo Giacomo Antonio Mangola.

Scrive: «Nacque alla frazione Dughera di Piode il 27 agosto 1767 ed era figlio di Pietro Antonio e di Caterina Tribolo. In giovane età si trasferì con la famiglia a Torino, dove il padre svolse il suo lavoro di falegname. Giacomo, fino all’età di 17 anni, condusse una vita piuttosto disordinata densa di passioni e dissipazioni. Fu la frequentazione degli Oratori di San Filippo Neri a condurlo sulla retta via e la lettura de “Le costituzioni della Trappa”, il codice di uno dei più austeri e rigidi ordini religiosi, a colpirlo profondamente. Giacomo allora s’immerse sempre più nella preghiera e in particolare nella venerazione alla Madonna, della quale si ricordava l’immagine posta nell’oratorio delle Pietre Grosse di Piode. A 20 anni, mentre faceva il bagno nel Po, rischiò di annegare e secondo la sua interpretazione fu la Madonna stessa a salvarlo. Questo fatto maturò definitivamente in lui la convinzione di lasciare tutto e scegliere la vita monastica».

«Partì allora alla volta della Francia per trovare accoglienza presso una trappa della Bassa Normandia. Solo la sua fermezza e la forte volontà però convinsero il Superiore ad ammetterlo fra i Fratelli Oblati della regola di San Benedetto, in quanto fu ripetutamente respinto. Per dimostrare che aveva dato un definitivo addio al mondo, lasciò il suo nome e prese quello di Palemone (da collegarsi ad una figura della mitologia greca)». Dopo la soppressione degli ordini religiosi i trappisti della bassa Normandia si rifugiarono a Valsanta, diocesii di Losanna in Svizzera. Anche il giovane Mangola fu ammesso prima al Noviziato e poi tra i Monaci da Coro. «Il suo profondo impegno da trappista però contribuì in modo significativo a minare la sua salute già di per sé cagionevole, ma nonostante questo Palemone non volle mai mancare ai suoi doveri monacali, caratterizzati sempre da un forte sentimento di umiltà, devozione e ubbidienza – conclude la ricerca di Alberti -. Concluse la sua vita terrena in concetto di santità il 12 giugno 1793 all’età di soli 25 anni».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook