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Cronaca

In volo con la tuta alare, si schianta contro la parete. Morto a 33 anni

Il giovane base-jumper si era lanciato con un amico. Anni fa era già sopravvissuto a una grave caduta durante un’escursione.

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In volo con la tuta alare, si schianta contro la parete. Morto a 33 anni. Il giovane base-jumper si era lanciato con un amico. Anni fa era già sopravvissuto a una grave caduta durante un’escursione.

In volo con la tuta alare, si schianta contro la parete. Morto a 33 anni

Matteo Rodolfo Maranca viveva a Barge, nel Cuneese, e avrebbe compiuto 33 anni questo venerdì. Invece è morto facendo quello che più amava. Nella giornata di ieri, lunedì 9 dicembre, si è lanciato con la tuta alare dalla falesia di Campione, sul lago di Garda. Una zona, tra l’altro, dove questa pratica non è consentita.

Il suo volo si è infranto drammaticamente contro una parete di roccia: e per lui non c’è stato nulla da fare. Ancora da accertare come mai abbia perso il controllo del volo. Gli operatori del soccorso lo hanno raggiunto appena possibile, ma il giovane era ormai privo di vita.
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L’incidente di otto anni fa

Il giovane base-jumper aveva già seriamente rischiato la vita nel 2016 durente un’escursione sul Monviso. Era caduto e aveva perso i sensi, rischiando di morire per ipotermia. Si era salvato grazie al suo cane, che l’aveva vegliato e aveva attirato l’attenzione di altri escursionisti, abbaiando.

«Il 21 ottobre 2016  – aveva poi raccontato sui social – non è un giorno come tanti per chi non mi conosce, un giorno molto particolare per me. Quel giorno stavo per “andarmene” quando a un certo punto ho visto che erano troppe le cose ancora da vivere, da provare. Chiedo scusa se in questa “chance” ho deciso di vivere in modo alternativo, fuori schemi e in modo “sbagliato” per tante persone, ma la vita è troppo bella per non viverla al meglio e al massimo».

Lascia i genitori e una sorella

Matteo Rodolfo Maranca lavorava in una multinazionale specializzata nei sistemi frenanti per le auto. Ha lasciato il papà Antonio, ex ufficiale alpino, la mamma Dilva e la sorella Alessandra.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    10 Dicembre 2024 at 7:59

    I base jumper continuano a morire eppure c’è sempre chi continua a praticare questa sorta di roulette russa. A certi esseri umani la vita fa schifo.

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