Seguici su

Cronaca

Lanciò dal balcone una bimba di tre anni: condanna all’ergastolo

Secondo le perizie, la piccola non fu semplicemente lasciata cadere, ma gettata lontano dal quinto piano.

Pubblicato

il

Lanciò dal balcone una bimba di tre anni: condanna all’ergastolo. Secondo le perizie, la piccola non fu semplicemente lasciata cadere, ma gettata lontano.

Lanciò dal balcone una bimba di tre anni: condanna all’ergastolo

Era fuori di sè per la droga e l’alcol, ma è stato un gesto deliberato. La bimba non è stata semplicamente lasciata cadere dal quinto piano in verticale, non è stato un incidente durante il gioco del “vola vola”, come ha cercato di giustificarsi. Secondo le perizie, il corpicino è atterrato a una distanza tale dall’edifcio che ha dovuto essere deliberatamente lanciata fuori con forza, in orizzontale.

Per i giudici quindi è omicidio volontario, aggravato dai futili motivi. E la condanna è stata conseguente: ergastolo. Si è concluso così nella giornata di ieri, mercoledì 28 giugno, il processo a carico di Mohssine Azar, il 33enne di Torino che la sera del 13 gennaio 2022 uccise la piccola Fatima, figlia della compagna, lanciandola dal quinto piano di uno stabile di via Milano.

La tragedia e la prima versione

L’uomo era il compagno della mamma della bimba e viveva nello stesso condominio di via Milano, ma al piano di sotto, il quarto. Quel giorno il 33enne aveva bevuto alcolici e consumato droghe. Inizialmente agli inquirenti aveva fornito una ricostruzione dei fatti che ha fatto pensare ad una tragica fatalità: lui che fa volare in alto la bimba e poi la riprende. A un certo punto Fatima gli sarebbe sfuggita dalle braccia cadendo nel vuoto. Un gioco finito male. Così si era difeso.

La consulenza del medico legale avrebbe però dimostrato che il punto di caduta della piccola non è compatibile con uno scivolamento e perciò neanche con la ricostruzione fornita dall’algerino. Da qui la decisione del Gip che convalida la tesi del pubblico ministero: la morte di Fatima non è stata una disgrazia ma un omicidio volontario. E adesso anche la Corte d’Assise si è pronunciata.

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    29 Giugno 2023 at 17:07

    Ribadisco che per certi soggetti il carcere a vita non basta, così come non basterebbero i lavori forzati. La pena capitale è l’unica soluzione. Nessuna pietà, nessun perdono.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *