Cronaca
Tentato omicidio a Borgomanero: oggi processo d’appello per una 36enne
La donna accoltellò il fidanzato al culmine di una lite dopo avergli lanciato una bottiglia. Era stata condannata a 8 anni.
Tentato omicidio a Borgomanero: oggi processo d’appello per una 36enne. La donna accoltellò il fidanzato al culmine di una lite dopo avergli lanciato una bottiglia. Era stata condannata a 8 anni.
Tentato omicidio a Borgomanero: oggi processo d’appello per una 36enne
Si apre oggi, lunedì 5 giugno, il processo di appello per un tentato omicidio che avvenne a Borgomanero il 18 aprile 2021. Una donna di 36 anni aveva quasi ucciso il fidanzato 42enne conficcandogli un coltello nel petto. Per questo gesto era stata condannata a 8 anni in primo grado.
Si tratta di Sulene Fontoura De Lourdes, giovane di origine brasiliana residente a Gallarate, cameriera in un ristorante e studentessa per diventare Oss, che due anni fa aveva accoltellato l’allora fidanzato, il borgomanerese Mattia Zampogna, classe 1980.
Al pronto soccorso con la lama ancora nel petto
Il fatto di sangue era accaduto nella cucina dell’appartamento di Zampogna in una palazzina di via Sant’Antonio a Borgomanero. Stando a quanto ricostruito, quella domenica al culmine dell’ennesimo litigio, Sulene Fontoura De Lourdes aveva prima lanciato una bottiglia addosso al convivente e poi gli aveva inferto una coltellata, lacerandogli la parete toracica e il ventricolo destro.
Il quarantatreenne era finito al pronto soccorso e successivamente era stato trasportato in ambulanza all’ospedale Maggiore di Novara, con la lama ancora conficcata nel petto: il manico si era rotto.
A chiamare il 118 erano stati i vicini, che avevano sentito un violento diverbio. I medici avevano fortunatamente salvato Zampogna, dopo che per due volte il suo cuore si era fermato. Poi una lunga fase di ricoveri e riabilitazione. Dai primi accertamenti i carabinieri avevano compreso che era stata la donna ad aggredirlo e l’avevano arrestata. Attualmente Sulene Fontoura De Lourdes si trova dietro le sbarre della casa circondariale di Como.
Il primo processo
Il 13 aprile 2022 la donna, chiamata a rispondere di tentato omicidio, era stata condannata in primo grado a 8 anni di carcere. Mentre la vittima, parte civile con l’avvocato Daniela Fontaneto, aveva ottenuto una provvisionale di 10mila euro come risarcimento dei danni, che saranno però quantificati in sede civile.
Per la giudice del tribunale di Novara Roberta Russo non era stata legittima difesa e la pm Silvia Baglivo, titolare del fascicolo aperto dalla procura all’indomani del fatto, aveva chiesto una pena addirittura superiore: 14 anni.
La richiesta di appello
Nel ricorso in appello l’avvoca difensore ha puntato sulla legittima difesa, sostenendo i trascorsi di presunte aggressioni e minacce da parte dell’uomo tra le mura domestiche. Il legale aveva chiesto (e ottenuto) una perizia medico-legale, cui si è aggiunta quella della procura.
Su Prima Novara leggi “Accoltellò il fidanzato a Borgomanero: l’udienza è rinviata a domani”
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook