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Cronaca

Uccise due donne al casello della A4: assolto perché non in grado di intendere

E’ arrivata a sentenza la tragedia sulla A4 avvenuta nel febbraio 2023.

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Uccise due donne al casello della A4: assolto perché non in grado di intendere. E’ arrivata a sentenza la tragedia sulla A4 avvenuta nel febbraio 2023.

Uccise due donne al casello della A4: assolto perché non in grado di intendere

L’uomo che ha travolto e ucciso Claudia Turconi e Laura Amato al casello dell’A4 di Milano Ghisolfa, piombando in auto a tutta velocità sulla vettura delle due donne, è stato assolto perché incapace di intendere e di volere al momento dei fatti.

Lo ha deciso ieri, martedì 7 maggio, nel processo con rito abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare di Milano Tommaso Perna che, data la pericolosità del 39enne, ha comunque disposto per lui la misucra di sicurezza in un Rems (una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi).

La tragedia lungo l’autostrada

Come riocorda Prima Milano Ovest, la tragedia risale al 18 febbraio dello scorso anno: erano passate da poco le 2.30 quando l’uomo, residente a Pontenure (Piacenza) aveva centrato con la propria auto, senza frenare, quella su cui si trovavano le due amiche Laura Amato, 54 anni, di Robecchetto con Induno, e Claudia Turconi, 60 anni, di Rescaldina, morte nello schianto.

Ad accertare il vizio di mente del 39enne sono state due perizie svolte in fase di indagini. La misura di sicurezza in una Rems sarà rivalutata tra due anni e proseguirà nel caso in cui l’uomo sia ancora ritenuto pericoloso.

A fine giugno 2023 il gip Ileana Ramundo aveva disposto un supplemento di perizia psichiatrica nominando l’esperto Marco Lagazzi, dopo che da un precedente accertamento, sempre deciso dal giudice e affidato allo psichiatra Raniero Rossetti, era emerse il vizio totale di mente.

Psicosi “da fine del mondo”, ma aveva la patente

Era stato accertato che l’uomo soffre di una psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”. E le nuove analisi psichiatrico-forensi avevano confermato nella sostanza gli esiti del primo accertamento.

Secondo la perizia sul comportamento del 39enne, quella notte incidere era stato quel disturbo psicotico di cui soffre da anni, non l’hashish né le benzodiazepine che aveva assunto. Malgrado i disturbi già accertati, però, il 39enne aveva ancora la patente valida. Patente che non gli era stata tolta neppure dopo che era stato dichiarato incapace di intendere e di volere in passato in un procedimento per rapina, lesioni e violenza privata, ma non gli era stata tolta la patente.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    8 Maggio 2024 at 12:33

    E’ necessaria una profonda riforma della giustizia e l’abolizione della “incapacità di intendere e di volere”. Un reato va punito comunque a prescindere dalle condizioni mentali del criminale. Lasciare a piede libero individui del genere è CERTEZZA di reiterazione del reato.

  2. Pol

    9 Maggio 2024 at 13:23

    Questo il risultato della legge Basaglia ,e l’inefficienza delle istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini, giudici avvocato difensori ecc.ecc.complimenti ,vi auguro che non vi capitino a voi queste tragedie.

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