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Vietato andare in giro con burqa, veli e passamontagna: la stretta a Trino Vercellese

Il sindaco firma un’ordinanza che impone il volto scoperto negli spazi pubblici. Come il provvedimento di Buonanno del 2009.

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Vietato andare in giro con burqa, veli e passamontagna: la stretta a Trino Vercellese. Il sindaco firma un’ordinanza che impone il volto scoperto negli spazi pubblici.

Vietato andare in giro con burqa, veli e passamontagna: la stretta a Trino Vercellese

A Trino entra in vigore un’ordinanza che vieta l’occultamento del volto nei luoghi pubblici. A firmarla è il sindaco Daniele Pane. In pratica, il provvedimento mette al bando indumenti e accessori come burqa, niqab e passamontagna, ma anche maschere integrali e caschi con visiera oscurata. In pratica, tutto ciò che rende irriconoscibile il volto di una persona.

Una scelta che – si legge nella nota del Comune – si fonda su “principi normativi e costituzionali chiari e condivisi”: la sicurezza urbana, l’ordine pubblico, la parità di genere, la libertà religiosa bilanciata con l’interesse collettivo, e la fiducia tra cittadini e istituzioni. Un provvedimento che in Valsesia richiama quello che emanò nel lontano 2009 l’allora sindaco di Varallo Gianluca Buonanno, e che tanto fece discutere.

“Rendere riconoscibili le persone negli spazi pubblici è oggi una priorità”

«In un contesto globale segnato da instabilità e rischi di radicalizzazione, l’identificabilità è uno strumento indispensabile per la prevenzione e la tutela dei cittadini. Inoltre – aggiunge il sindaco – l’occultamento totale del volto può rappresentare una forma di segregazione o soggezione, soprattutto verso le donne, contraria ai principi costituzionali di libertà e uguaglianza».

L’ordinanza prevede deroghe solo in casi specifici:

  • per motivi sanitari (come mascherine chirurgiche o FFP2),
  • per esigenze lavorative documentate,
  • in occasione di eventi culturali o carnevaleschi autorizzati,
  • per protezione dal freddo, purché il volto resti visibile.

Chi trasgredisce rischia una multa da 100 a 300 euro e l’intervento delle forze dell’ordine, con la rimozione immediata degli indumenti o accessori che violano il divieto.

Un’inversione di rotta netta rispetto ai tempi della pandemia, quando si invitava la popolazione a coprire il volto con mascherine. Oggi, l’obiettivo dell’amministrazione è l’opposto: favorire la riconoscibilità, la sicurezza e la coesione sociale.

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