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Gattinara, dopo 125 anni di attività chiude Zilio Calzature

E’ sempre stato un punto di riferimento per chi cercava prodotti di alta qualità.

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Gattinara, dopo 125 anni di attività chiude Zilio Calzature. E’ sempre stato un punto di riferimento per chi cercava prodotti di alta qualità.

Gattinara, dopo 125 anni di attività chiude Zilio Calzature

Intere generazioni di valsesiani (e non solo) si sono recati da loro per acquistare scarpe alla moda, originali, e prodotte con materiali particolarmente resistenti. Ora però Zilio Calzature di Gattinara è solo un bel ricordo. La famiglia che dal 1900 ha portato avanti l’attività di vendita di calzature ha deciso di chiudere i battenti con la fine del 2024. Una storia non solo di imprenditoria familiare ma anche di territorio: per più di un secolo il negozio è stato un vero e proprio punto di riferimento per l’intera valle e per il Vercellese. Nel corso degli anni infatti il nome Zilio era sinonimo di qualità e garanzia. Oggi però Anna Maria Zilio, insieme al fratello Giuseppe, al marito Gianfranco Fanetti e alla figlia Barbara, ha deciso che era il momento di fermarsi.
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Anna Maria, come è cominciata la storia delle vostra attività?

Mio nonno avviò l’attività nell’anno 1900. Successivamente subentrò mio padre e poi io, mio fratello e mio marito. Ho lavorato in negozio per 58 anni, e mia figlia per 30. Ora, per una serie di ragioni abbiamo deciso di tirare i remi in barca.

Nel corso degli anni tanti sono stati i cambiamenti affrontati…

Il nostro lavoro è stato redditizio per parecchio tempo, ma ultimamente le cose sono cambiate. L’avvento del commercio online e dei centri commerciali ha di fatto minato l’economia locale. Aggiungiamo un altro aspetto: la situazione che in linea generale stiamo vivendo è tremenda. Molti preferiscono investire i propri soldi in una cena o più aperitivi, piuttosto che acquistare un bel vestito o un paio di scarpe. Il risultato è che i negozi come il nostro non vivono più momenti positivi come un tempo.

C’è un ricordo che vi è rimasto particolarmente impresso?

Tantissimi sono i momenti che ci sono rimasti a cuore. Il fatto di vedere i clienti affezionati che durante il periodo di Natale ci sono passati a salutare per l’ultima volta nel nostro negozio ci ripaga dei sacrifici fatti.

Parliamo di scarpe: qual è stata la calzatura più costosa venduta?

Guardi, fermo restando che nel corso degli anni la moda e il rapporto tra domanda e offerta è cambiato, posso dirle che ci sono stati periodi particolarmente floridi. Per esempio noi spesso abbiamo anche venduto décolleté che superavano i 700 euro.

Vi mancherà il vostro lavoro?

Certamente. E’ un dispiacere chiudere, ma siamo anche convinti che così non si possa andare avanti. A dicembre abbiamo lavorato molto solamente perché avevamo tanti sconti su tutti gli articoli e quindi c’è chi ha approfittato e acquistato anche cinque paia di scarpe a prezzo contenuto. Ma non si può pensare di lavorare a basso prezzo con articoli di alta qualità. A me in particolare mancherà il momento del campionario: quando andavo a Milano a vedere le griffe e le ultime novità del momento e poi le portavo in Valsesia, oltre che ovviamente il rapporto con i clienti.

Avete già pensato al futuro?

Cercheremo di riposare. Personalmente ho dedicato più tempo alla mia attività che alla famiglia. Tanti sono stati i traguardi raggiunti, ma anche parecchi gli ostacoli che abbiamo trovato sul nostro percorso. Ora pensare di poter riprendere in mano il tempo, non può che sollevare un po’ l’animo.

Vuole aggiungere qualcosa?

Sì, ringrazio la città, i nostri clienti e tutti coloro che ci hanno sostenuto. E’ stata una bella storia, una grande vita.

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