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Gattinara ricorda il pittore Baratelli, artista poliedrico appassionato della sua città

Aveva anche progettato carri di carnevale e collaborato con la Pro loco.

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Gattinara ricorda il pittore Baratelli, artista poliedrico appassionato della sua città. Aveva anche progettato carri di carnevale e collaborato con la Pro loco.

Gattinara ricorda il pittore Baratelli, artista poliedrico appassionato della sua città

L’associazione Culturale di Gattinara e il mondo dell’arte valsesiano ricordano l’artista Mario Baratelli, deceduto a 85 anni. In bassa Valsesia era molto conosciuto per la sua passione per la pittura e l’incisione. Il suo nome è associato ad una produzione particolarmente variegata di opere artistiche, che nel corso degli anni sono state protagoniste di mostre in diverse località. Da Gattinara a Ghemme passando anche a Biella fino a Varese, l’artista fu apprezzato da un pubblico poliedrico.

Persona solare e competente, è riuscito nel corso della sua vita a collezionare notevoli traguardi a livello professionale, facendosi apprezzare da molti esperti del settore. «Era un concittadino molto conosciuto e anche noi in sede abbiamo due sue creazioni – spiega Fulvio Caligaris, presidente della Culturale -. Ricordo che tempo fa, quando ero solo socio, venne anche promossa dalla nostra associazione un’ esposizione dedicata a lui. Era molto aperto alla ricerca, sempre attento nello studio. Si metteva in gioco con tecniche diverse. Come sodalizio ci stringiamo nel dolore con la famiglia».
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Il ricordo della figlioccia

E proprio quella mostra proposta con la Culturale è uno dei ricordi che ha nel cuore Laura Filiberti, figlioccia del defunto: «Quella particolare esposizione – afferma – venne allestita nel 1989; ne avremmo dovuta promuovere un’altra più recentemente, ma poi a causa della pandemia venne sospeso tutto». Baratelli era una persona davvero talentuosa. «Mario cominciò la sua esperienza artistica dopo gli anni Cinquanta – prosegue Filiberti -. Dipingeva paesaggi, facciate di case e nature morte. Camminava spesso in paese, fotografava e riproduceva poi sulle sue tele. Aveva inoltre frequentato corsi di incisione, realizzando le cosiddette acque forti. Per queste ultime prendeva a modello oggetti, che magari venivano abbandonati».

Il suo atelier era nel cuore della città. «Dipingeva in piazza Italia, in una soffitta sopra la farmacia – prosegue Filiberti -. Spesso andavo a trovarlo. In questo spazio c’erano tele, giornali, e tutto era avvolto dal profumo di acqua ragia e trementina. Aveva cartelle in un piccolo angolo, le aprivo e le sfogliavo, ammirando le creazioni. Ricordo che mi raccontò un giorno come poteva essere nato il suo talento. Suo nonno era un fabbro che forgiava inferriate in ferro battuto, e probabilmente, diceva, la sua maestria veniva da lui».

Protagonista di numerose esposizioni

Tante le mostre realizzate. «Uno dei suoi affreschi, “Fiori di bonda” si trova a a Bondarte, dove vi sono opere di artisti importanti. Una delle sue ultime esposizioni era intitolata “Il banale quotidiano” consisteva in indumenti posati con grande maestria tra giochi di luci e ombre. Ha partecipato anche alla mostra nazionale di Santhià diretta da Mario Pistono. In quel periodo le sue opere mi ricordavano Schifano».

Al lavoro per la sua città

Era anche un gattinarese doc. «Faceva parte della tabina “Fin ca dura” – prosegue la figlioccia -. Aveva progettato carri di carnevale e collaborato con la Pro loco. Era stato curatore di mostre fotografiche a Gattinara. Spesso lo avevano chiamato nella giuria delle cavalcate per le sue competenze artistiche». L’artista coniugò la sua grande passione artistica con il lavoro. «Era dipendente di un’ azienda della zona, e proprio ispirandosi a quell’ambito aveva realizzato dei quadri sul tema “Turno di notte”. Rappresentò scorci di lanifici biellesi visti da una prospettiva particolare».

«Lo immagino in un posto pieno di luce in mezzo a tele sempre con il suo impermeabile – conclude Filiberti -. Mi manca la sua sottile ironia. Aveva la capacità di leggere il presente coniugando nel passato, trasferendo il tutto nelle tele». Baratelli ha lasciato anche il figlio Alessandro con Katia, gli affezionati Silvia, Ivan, Giacomo e Giulio.

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