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Eruzioni in Islanda: potrebbero continuare per anni

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Eruzione vulcano
Eruzione vulcano (© Depositphotos)

Tra le destinazioni più affascinanti per gli amanti dell’avventura e dei viaggi alla scoperta della natura, il Nord Europa spicca sicuramente per le sue innumerevoli proposte. Di sicuro, una delle più blasonate e che, anno dopo anno, viene interessata da flussi relativamente intensi di turisti, è proprio l’Islanda. Si tratta di un territorio naturalmente variegato che presenta numerose proposte di itinerari e attrazioni naturalistiche da poter ammirare, tra sentieri vulcanici, paesaggi innevati ed una fauna sicuramente interessante. I vulcani sono una delle tante attrattive turistiche dell’Islanda e, infatti, tra i tanti visitatori che ogni anno raggiungono l’isola molti scelgono di inserire i più famosi nel loro itinerario di viaggio.

Naturalmente, in seguito alle recenti eruzioni, è ipotizzabile che i turisti più prudenti tendano a evitare la visita ai vulcani ma, dall’altro lato, è probabile che quelli più coraggiosi (ai quali è rivolto il viaggio di gruppo in Islanda di Stograntour, agenzia nota per il tema avventuroso dei suoi pacchetti vacanze) vedano questi fenomeni come un’esperienza esaltante. Al di là delle premesse, però, è importante puntualizzare che il rischio di eruzioni in Islanda sia elevato e che, stando alle ultime ricerche, potrebbero continuare per diversi anni. Scopriamo la notizia nel dettaglio nei paragrafi successivi.

Alto rischio eruzioni per i vulcani islandesi: la notizia nel dettaglio

Stando agli ultimi dati rilasciati dall’Università di Uppsala e da altri Istituti di ricerca locali, l’alto rischio eruzioni che sta interessando l’Islanda in questo periodo potrebbe protrarsi ancora per un arco di tempo particolarmente lungo. La penisola islandese di Reykjanes, nella fattispecie, è soggetta a fenomeni vulcanici e, in particolare, eruzioni in maniera ricorrente. Gli esperti degli istituti di ricerca sopracitati si sono occupati di questa indagine nell’ambito di un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Terra Nova, dove sono stati pubblicati tutti i risultati della ricerca. Il gruppo di lavoro, guidato da Valentin Troll, ha avuto modo di osservare l’andamento dei fenomeni vulcanici che, dal 2021 fino ad oggi hanno interessato l’area di riferimento.

La squadra ha potuto considerare tutte le informazioni riguardanti gli eventi tellurici del luogo, oltre ai dati geochimici emersi dall’analisi del magma. Gli scienziati hanno, poi, confrontato le eruzioni effettuando una serie storica utile ad un’attività di forecasting con la quale anticipare il rischio di ulteriori eruzioni nei prossimi anni. Secondo i dati raccolti, ci sarebbero diversi dettagli importanti da dover prendere in considerazione riguardanti i processi geologici che hanno interessato il territorio negli ultimi anni. Dal 2021, l’Islanda sarebbe soggetta a fenomeni vulcanici di maggiore rilievo con una cadenza che va dai 3 ai 5 anni. La penisola di Reykjanes, però, vedrebbe la frequenza di attività del genere aumentare in maniera notevole, soprattutto ponendosi in prospettiva nei prossimi anni.

Secondo i modelli emersi dalle indagini guidate dal Dottor Troll, infatti, le eruzioni potrebbero manifestarsi – nella zona di interesse – con una frequenza costante nel prossimo futuro, ponendo dei rischi decisamente più importanti rispetto al passato per la popolazione autoctona, mettendo in pericolo i centri abitati e le infrastrutture ad essi connesse. Secondo i dati geochimici e sismici raccolti, le eruzioni sarebbero causate dalla presenza di un serbatoio di magma condiviso che si troverebbe a circa 10 km sotto Fagradalsfjall. Si tratterebbe del motivo principale per il quale nei prossimi anni le eruzioni potrebbero aumentare in termini di frequenza. I risultati forniscono, comunque, una serie di informazioni importantissime per le comunità locali e per gli addetti ai lavori, visto che con queste ultime sarà possibile identificare aree di miglioramento e piani di emergenza con cui poter affrontare al meglio le fattispecie avverse conseguenti alle eruzioni vulcaniche.

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