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Fatturazione elettronica in Italia e all’estero: le principali tendenze

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Fatturazione elettronica
Fatturazione elettronica (© Depositphotos)

In Italia si parla sempre di più di fatturazione elettronica, soprattutto dal momento in cui il 1° gennaio 2024 l’obbligo si è esteso anche a tutti i forfettari.

La differenza non è stata sostanziale, il documento ha necessità di essere ugualmente compilato con i dati fondamentali, ma questo adesso deve avvenire per via telematica.

L’uso dei sistemi informatici non offre solo una maggiore sicurezza e un rigoroso rispetto della normativa, ma può anche ampliare le possibilità amministrative e contabili di un’azienda, grazie a funzionalità ulteriori rispetto alla mera emissione e ricezione delle fatture elettroniche.

Il miglior software di fatturazione elettronica permette quindi di stilare, compilare e inviare il documento con attenzione, ma offre anche numerosi altri vantaggi, grazie all’offerta di altre funzioni indispensabili per una corretta gestione aziendale, come la gestione dei pagamenti, la realizzazione di preventivi, le analisi su entrate e uscite e molte altre.

Ciò che approfondiremo in questo articolo è lo scenario sulla fatturazione elettronica: quali sono le regolamentazioni in merito all’Italia e all’estero?

Fatturazione elettronica in Italia: a che punto siamo

Nel 2024 il mondo della fatturazione ha avuto un grande cambiamento, con l’arrivo dell’obbligatorietà a tutti i forfettari. Questo disegna una tendenza che si vuole evolvere verso una totale digitalizzazione del sistema.

Un passaggio che era partito già nel 2022 con il decreto legge Pnrr2, quando la normativa aveva coinvolto i forfettari che superavano la soglia dei 25 mila euro di ricavi annuali, soglia che adesso è stata eliminata coinvolgendo tutta la categoria.

Il 2022 è stato un anno di cambiamenti, in quanto è stata la fine dell’esterometro: ciò ha quindi obbligato le imprese italiane a utilizzare la fatturazione elettronica anche per le operazioni transfrontaliere.

Il passaggio al formato digitale è un vantaggio dal punto di vista fiscale, perché permette un maggior controllo per contrastare eventuali frodi ed evasioni, ma rappresenta un beneficio anche per le aziende e i professionisti stessi, in quanto hanno modo di gestire il tutto con software specializzati e avere un più alto controllo del proprio andamento finanziario.

I termini di emissione si differenziano in base a quando viene emesso il servizio: per le fatture immediate il limite per l’invio è posto a 12 giorni, mentre per quelle differite il professionista ha tempo entro il 15 del mese successivo.

Dato l’arrivo dell’obbligatorietà, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione di tutti i cittadini il proprio software, a cui è possibile accedere semplicemente tramite SPID.

Tale strumento però è limitato alle funzioni essenziali e per questo molte imprese si spostano verso una scelta a pagamento, in quanto spesso offre funzionalità aggiuntive rispetto alla fatturazione elettronica, come la gestione dei pagamenti o la collaborazione con il commercialista, risultando quindi uno strumento prezioso per migliorare la gestione aziendale in senso più ampio.

Obbligo fattura elettronica negli stati europei

In Italia le cose stanno andando in una direzione ben precisa, ma nel resto d’Europa come ci si sta muovendo in merito alla fatturazione elettronica? Attualmente, il Bel Paese è uno dei buoi trainanti di questo movimento, essendo uno dei primi che si sta muovendo in quella direzione.

L’obbligatorietà sta prendendo piede anche negli altri paesi, ma con tempistiche più dilatate. A livello mondiale, secondo un report di PwC, si prevede che entro il 2025 ci saranno oltre 50 nuovi obblighi in più di 70 Paesi, interessando quasi il 60% del PIL mondiale.

In Europa, in particolare, la situazione è ulteriormente complicata dalla necessità di armonizzare le normative nazionali con le direttive dell’Unione Europea.

Attualmente, l’uso della fatturazione elettronica non è obbligatorio per le transazioni tra privati (B2B), ma è richiesto per le transazioni con le pubbliche amministrazioni (B2G): una frammentazione che crea complessità per le imprese che operano in più Paesi europei.

Un passo significativo verso l’armonizzazione è rappresentato dal progetto “VAT in the Digital Age” (ViDA), proposto il 8 dicembre 2022: un progetto che ha tra i suoi obiettivi principali l’adozione generalizzata della fattura elettronica e l’introduzione di un sistema di e-reporting standardizzato.

Secondo quanto previsto, la standardizzazione delle procedure dovrebbe avvenire entro il 2030-2032, con un impatto significativo sulla digitalizzazione dei processi B2B.

Come funziona la fatturazione negli altri stati UE

Dallo scenario appena descritto è evidente che la situazione della fatturazione elettronica nei vari Stati membri dell’Unione Europea è estremamente eterogenea, con ogni Paese che segue il proprio percorso normativo e tecnologico.

In Polonia, ad esempio, il tutto è affidato alla piattaforma centrale KSeF, la quale sarà presto obbligatoria per tutte le transazioni B2B, parallelamente al sistema PeF per le fatture verso la pubblica amministrazione basato su PEPPOL.

In Francia, il Portale Pubblico di Fatturazione (PPF) diventerà il fulcro del sistema, permettendo l’invio di fatture tramite piattaforme di dematerializzazione partner certificate, con l’obbligo che potrebbe entrare in vigore nel 2026.

La Spagna ha dovuto posticipare l’obbligo generalizzato al 2025, con un sistema che andrà presto in funzione e sarà in grado di interagire con i principali provider per la gestione del formato delle fatture.

Infine, altri paesi come il Belgio, il Portogallo e la Romania stanno altresì avanzando verso l’adozione di sistemi di fatturazione elettronica centralizzati, tendenzialmente programmati nell’adozione per il 2026, tutti secondo specifiche normative e tempistiche.

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