Idee & Consigli
Habilita I Cedri combatte il “killer silenzioso” del monossido di carbonio
Intervista al Dr. Andrea Giovanniello, responsabile del servizio di medicina iperbarica di Habilita I Cedri
In Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO) è attivo un centro iperbarico che oggi ricopre un’importanza strategica per la copertura di tutte le emergenze dell’area orientale di tutto il Piemonte. Il Dr. Andrea Giovanniello è il responsabile del servizio di medicina iperbarica di Habilita I Cedri e a lui abbiamo chiesto un bilancio dell’attività iperbarica d’emergenza durante l’inverno, ovvero notoriamente il periodo dell’anno in cui si registra il maggior numero di intossicazioni da monossido di carbonio. «Dal 30 ottobre 2023, data che ha segnato l’inizio della stagione delle emergenze da intossicazione da monossido di carbonio, al 4 marzo del 2024, abbiamo effettuato complessivamente 24 interventi d’emergenza in camera iperbarica per un totale di 46 pazienti trattati, 25 maschi e 21 femmine: il paziente più giovane aveva 2 anni mentre quello più anziano 86 anni».
Le cause di questi trattamenti in camera iperbarica a cosa sono dovute?
«Sono stati praticamente tutti casi di intossicazione accidentale da monossido di carbonio in ambiente domestico o lavorativo dovute per lo più al malfunzionamento del sistema di riscaldamento ed in taluni casi all’utilizzo di bracieri a scopo di riscaldamento».
Ci sono stati casi particolari da segnalare nel corso dell’inverno?
«Sì, ne segnalerei un paio che si differenziano dalla solita casistica. Il primo risale a fine gennaio quando abbiamo trattato una donna di 59 anni per una grave intossicazione da monossido. In quel caso il marito, sospettando il malfunzionamento della caldaia, è sceso nel locale tecnico per un controllo. Dopo diversi minuti, non vedendo tornare il marito, la donna è scesa per verificare la situazione e ha trovato il marito purtroppo senza vita e lei stessa ha iniziato a manifestare i sintomi tipici da intossicazione come malessere generale, cefalea, nausea e vomito. È riuscita comunque ad allertare i soccorsi ed è riuscita a salvarsi. Il secondo caso particolare si è verificato non in ambiente domestico, ma in ambiente lavorativo. A metà febbraio abbiamo trattato sei pazienti provenienti da un’azienda della provincia di Alessandria che si occupa della produzione di materiale per gioiellerie. Anche in questo caso si è verificato un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento nel locale caldaia che ha determinato l’intossicazione di tutto il personale. In totale sono stati intossicati 11 pazienti, ricoverati poi nei pronto soccorsi di Alessandria, Novi e Tortona, poi da noi a Fara Novarese sono arrivati in 6. Si è trattato di un caso eccezionale in quanto sei trattamenti contemporaneamente non capitano molto di frequente. Per fortuna hanno superato tutti l’intossicazione senza problemi».
In caso di emergenza quali sono i territori che fanno riferimento alla camera iperbarica di Habilita I Cedri?
«Il nostro centro iperbarico ha pertinenza sul territorio di Novara, Vercelli, Borgomanero, Borgosesia Verbania, Domodossola e Alessandria e tutte le zone limitrofe a questi centri. Possiamo parlare, più in generale di tutta l’area del Piemonte Orientale. Mi preme anche ricordare la collaborazione importante che abbiamo con l’Università del Piemonte Orientale e il servizio di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara: è con loro che gestiamo questi casi.
Come fare per evitare di correre il rischio di intossicazione da monossido di carbonio?
«Il primo consiglio è quello di tenere sempre controllato il funzionamento della propria caldaia, stufa o camino. Sarebbe poi buona norma evitare di accendere bracieri in casa come alternative al riscaldamento. Poi è importante fare molta attenzione alla comparsa dei sintomi. Certo, si tratta di sintomi inizialmente sfumati e non esclusivi, tanto da far meritare a questo gas velenoso i nominativi di “killer silenzioso” e di “grande imitatore”, ma in caso di dubbio o se dovessero manifestarsi in più di una persona all’interno dello stesso ambiente e nell’arco di poco tempo, allora è il caso di aprire porte e finestre per areare l’ambiente ed allertare immediatamente i soccorsi. È inoltre doveroso ricordare l’esistenza in commercio di rilevatori ambientali di monossido di carbonio in grado di allarmare in caso di concentrazioni pericolose del gas».
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