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La bassa Valsesia saluta Bruno Bosia, l’uomo che donava i capelli alle statue del Sacro Monte

Oggi si celebra il funerale a Prato Sesia.

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La bassa Valsesia saluta Bruno Bosia, l’uomo che donava i capelli alle statue del Sacro Monte. Oggi si celebra il funerale a Prato Sesia.

La bassa saluta piange Bruno Bosia

Viene celebrato nel pomeriggio di oggi, venerdì 31 gennaio, il funerale di Bruno Bosia, il priore del Capitolo del Piemonte orientale della Confraternita di San Giacomo di Compostela morto improvvisamente due giorni fa a 77 anni. L’uomo abitava a Prato Sesia, ma era conosciutissimo in tutta la zona soprattutto per i numerosi pellegrinaggi che aveva fatto e organizzato fino a pochi anni fa al santuario spagnolo di Santiago de Compostela e in altri importanti luoghi sacri d’Italia e d’Europa.

Il dono dei capelli alle statue

La sua figura alta e massiccia, dalla barba e capelli bianchi, che nei mesi invernali diventavano fluenti, per poi essere rasati in estate, prima di partire per un nuovo viaggio, ed essere donati al Sacro Monte di Varallo per farne capigliature per le statue, era presente ogni giorno in paese. Per tutto l’anno, si spostava con ai piedi i suoi sandali, gli stessi con cui affrontava le centinaia di chilometri lungo il famoso Cammino, per accompagnare i fedeli nei pellegrinaggi.

La rassegna di bottiglie

Da qualche anno, dopo aver abbandonato gli impegnativi viaggi a piedi per sopraggiunti limiti di età, per continuare a divulgare il suo operato Bosia aveva allestito una mostra permanente nei locali al primo piano della ex “Casa del Popolo”, intitolata “Vuoti a perdere”.

Al suo interno, centinaia di bottiglie, vasetti, bicchieri e altri oggetti in vetro, alcuni molto originali nella forma, raccolti negli anni dei suoi viaggi, in varie località d’Europa; alcuni gli erano stati donati dagli amici che conoscevano la sua passione. Lui era sempre presente tra i visitatori, per raccontare dove e quando aveva trovato gli oggetti esposti, illustrando con fervore i dettagli di ogni esperienza.

Una casa come un museo

Anche la sua casa era un vero e proprio museo, con mille oggetti ricordo e le pareti tappezzate di pagine di giornali e fotografie che parlavano di lui e lo ritraevano tra la gente che amava e che lo seguiva nelle sue iniziative.

Bosia era una bella persona, che ascoltava tutti e per tutti aveva una buona parola. La sua vita lavorativa era stata spesa come macellaio, attività che aveva lasciato alla pensione, per iniziare a dedicarsi ai viaggi della fede.

Oggi l’addio in paese

Il pratese lascia il fratello Dante con Rosalba e la nipote Alice con Gabriele. Come accennato, i funerali si svolgeranno oggi alle 15, nella chiesa parrocchiale di San Bernardo, a Prato Sesia, anticipati dal Rosario, alle 14.45.

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