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La maggioranza di Borgosesia dà l’ultimatum a Corrado Rotti

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All’ex sindaco sono stati concessi dieci giorni di tempo per convincere l’amministrazione che non è incompatibile con il suo ruolo di consigliere

Dieci giorni di tempo per presentare nuovi argomenti che possano risolvere l’ipotesi di incompatibilità con il suo ruolo di consigliere. Altrimenti si va al voto e l’ex sindaco Corrado Rotti rischia di essere messo fuori dal consiglio comunale di Borgosesia.
Questo, in estrema sintesi, il succo della discussione che si è sviluppata in consiglio martedì sera sul caso che vede coinvolto l’ex sindaco e attuale membro della minoranza. La vicenda trae origine da una causa per mobbing intentata alcuni anni fa da un dipendente del Comune per fatti accaduti quando Rotti era sindaco: il dipendente vinse sia in primo che in secondo grado, prima di giungere alla definizione di una transazione risarcitoria con l’ente (quando era sindaco Gianluca Buonanno) pari a 200mila euro.

Ma questi soldi è giusto che siano stati pagati dal Comune? O non toccava invece all’ex sindaco e ad altri funzionari in qualche modo coinvolti nella vicenda? Questo l’interrogativo sollevato dalla Corte dei conti, che deve ancora decidere in via definitiva sul caso.
Intanto però il Comune di Borgosesia intende recuperare almeno i 36mila euro spesi per sostenere il procedimento civile, chiedendoli a quattro funzionari e all’ex primo cittadino. «Rotti dice che nulla deve fintanto che la Corte dei conti non si pronuncerà in via definitiva – ha riferito il sindaco Paolo Tiramani -, però la città ha già affrontato degli oneri che adesso spetta a lui far tornare nelle casse pubbliche. Secondo noi c’è incompatibilità tra la situazione in cui si trova e la carica di consigliere che ricopre: entro una decina di giorni deve chiarire, altrimenti il consiglio metterà ai voti la sua decadenza».
Parole che sono state la replica di quelle pronunciate durante la seduta di insediamento di un mese fa in Pro loco e che il consigliere è tornato a commentare così: «Stiamo tranquilli, gli avvocati sono al lavoro. Del resto la questione è sospesa e non vorrei, in ultima istanza, che sia io a dover muovermi contro qualcuno, rovesciando le accuse».

Rotti, inoltre, si è opposto alla decisione di sospendere i lavori del consiglio per lasciare la parola all’avvocato Alberto Villarboito, che rappresenta l’amministrazione in sede di causa civile. «Se interviene lui il pubblico deve uscire – ha detto il rappresentante della minoranza -; fare nomi e cognomi in pubblico dei soggetti interessati non è una bella cosa». Alla fine Villarboito ha parlato senza che nessuno uscisse dalla sala di via Monte Rosa e interagendo con il consigliere Claudia Marchesini, in gruppo con Rotti, secondo cui «la contestazione di incompatibilità, riferendosi ai 36mila euro relativi a spese legali e consulenze tecniche, è del tutto nuova rispetto a quella precedentemente formulata».
Ora il caso approderà in un altro consiglio previsto a stretto giro di posta. Sul punto in oggetto la votazione ha visto la maggioranza compatta, mentre Rotti e Marchesini si sono astenuti e gli altri consiglieri di opposizione non hanno nemmeno partecipato.

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