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A Coggiola possibile l’apertura di una nuova casa per migranti

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C’è preoccupazione tra la popolazione, visto che già in località Granero a Portula c’è un centro dove ci sono una quarantina di ospiti che di fatto gravitano verso Coggiola

Potrebbe essere aperto un nuovo polo di accoglienza migranti a Coggiola. Anche se non c’è ancora nulla di certo, di sicuro nei giorni scorsi si sono visti funzionari effettuare un sopralluogo in uno stabile non lontano dalla chiesa parrocchiale. E il tam tam in paese ha fatto il resto, anche se per ora la notizia non trova conferme nell’amministrazione comunale. «Non siamo stati ancora informati di nulla – spiega il sindaco Gianluca Foglia Barbisin -. Come amministrazione ci stiamo muovendo insieme a Pray invece per organizzare un’accoglienza tramite i bandi Sprar. Dobbiamo però ancora confrontarci con la prefettura».

Ma la notizia dell’arrivo di un gruppo di migranti fa già parlare Coggiola. Come detto, proprio qualche giorno fa nel caseggiato sono già stati effettuati i sopralluoghi da parte dei vigili del fuoco, come prevede la normativa. Non si conosce ancora il numero di ospiti che giungeranno, quello che si sa è che si tratta di una trattativa privata tra una cooperativa e il proprietario dell’immobile. Proprio come era avvenuto per i Cas (centri accoglienza straordinaria) di Portula. La prefettura di Biella infatti aveva pubblicato un nuovo bando di accoglienza, in questo caso si tratta di persone che devono ancora ricevere un riconoscimento del proprio status di rifugiato o profugo. E ovviamente c’è preoccupazione tra la popolazione, visto che già in località Granero a Portula c’è un centro dove ci sono una quarantina di ospiti che di fatto gravitano verso il centro di Coggiola.

Altri richiedenti asilo sembra siano in arrivo a Pray. «Sappiamo che la casa all’inizio della Coggiolasca è rimasta a disposizione per questo utilizzo – conferma il sindaco Gian Matteo Passuello -. Come Comune non possiamo farci niente, ma intanto abbiamo chiesto un incontro con la prefettura». I due Comuni sono ora orientati ad aderire al progetto Sprar, l’accoglienza gestita direttamente dai Comuni tramite società o cooperative proprio come stanno facendo a Trivero, Mosso e Valle Mosso, finora gli unici territori ad avere aderito nel Biellese. In questo caso gli ospiti saranno persone che hanno già ottenuto un riconoscimento del proprio status e che saranno inseriti in un percorso temporaneo di integrazione frequentando corsi di lingua e laboratori di formazione. «Siamo ai primi passi – anticipa Foglia Barbisin -. Vogliamo prima fare le dovute valutazioni anche sul piano finanziario confrontandoci con la prefettura». Gli fa eco Passuello: «E’ un ragionamento che intendiamo prendere in considerazione prima, si era tentato di farlo come Unione montana ma mancava il consenso da parte di tutti. La prossima settimana avremo un incontro in prefettura insieme a Coggiola e Portula e cercheremo di capire se vale la pena attivare lo Sprar».

 

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