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«Casa Pound non deve chiedere il permesso alle Anpi valsesiane per le sue iniziative»

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La critiche dopo la rassegna fotografica organizzata nei giorni scorsi 

Simone Gaiera responsabile provinciale di Casa Pound di Novara rimanda al mittente le contestazioni contro la mostra fotografica organizzata a Borgosesia nei giorni scorsi. 

La discussione ruota attorno alla mostra che sabato scorso Casa Pound ha presentato al “Caffè Gran Bretagna” di Borgosesia, un’esposizione fotografica sulla prima guerra mondiale inserita nel progetto “15-18 Italiani in trincea”. L’iniziativa è stata condannata dalle Anpi della Valsesia che ha ravvisato «un uso strumentale della storia e del concetto di patria per coprire la volontà del gruppo neofascista di radicarsi sul territorio» ed espresso «preoccupazione e indignazione. I ragazzi morti nel nome della patria meritano rispetto e un giusto ricordo, non una mostra che esalta alcuni combattenti poi divenuti squadristi».

Il parere degli organizzatori è affidati a Gaiera: «Una polemica che non capisco – dice -, e sinceramente non mi interessa il pensiero delle Anpi nè entrare in contrapposizione con loro, ma ritengo sia giusto difendere il nostro operato da attacchi gratuiti. Abbiamo portato a Borgosesia una mostra che rappresenta il nostro simbolico omaggio a chi ha difeso la patria nella prima guerra mondiale. Una mostra peraltro già presentata in tante altre città, senza che si sollevassero critiche. Per questa iniziativa, come per il banchetto informativo in piazza Mazzini la mattina stessa della mostra, avevamo tutti i permessi in regola rilasciati dalle autorità. Questo perchè il nostro metodo di lavoro è sempre limpido e alla luce del sole».

E’ questa la seconda iniziativa promossa da Casa Pound a Borgosesia (prima c’era stato un incontro sulla Siria, con testimonianze di volontari al rientro dallo stato arabo), e il coordinatore novarese anticipa che altre ne saranno organizzate nei prossimi mesi per introdurre la costituzione di un gruppo locale: «Ci stiamo lavorando, saranno iniziative storiche e culturali, ma anche progetti direttamente legati al territorio – annuncia Gaiera -. Nell’ultimo anno si è formato un gruppo nell’area valsesiana, molto attivo, che col tempo si svincolerà dai coordinamenti provinciali e si renderà autonomo per dare il proprio contributo alla crescita del territorio».

Un ultimo affondo, Gaiera lo riserva all’Anpi: «CasaPound Italia è una associazione legalmente riconosciuta sin dalla sua fondazione nel 2008, e corre regolarmente alle elezioni, per cui non può essere di certo una associazione autoreferenziale come l’Anpi a distribuire patentini di agibilità politica – conclude -. Mi chiedo poi a quale autorità si siano rivolti per fare denuncia nei nostri confronti, considerando che le autorità erano perfettamente a conoscenza della nostra iniziativa ed erano presenti. Al posto quindi di porsi tante domande o cercare di vietare manifestazioni gratuite e organizzate da uomini e donne che agiscono su base volontaria, l’Anpi dovrebbe spiegare alla cittadinanza quali iniziative organizza utilizzando i generosi finanziamenti statali che riceve annualmente».

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