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Export: Biella cresce dell’1% e Vercelli cala del 2,1% nel primo semestre 2016
I dati devono essere letti alla luce del contesto generale
Nel I semestre 2016 il valore delle esportazioni biellesi ha superato la quota di 892 milioni di euro, registrando un lieve incremento pari all’1,0% rispetto allo stesso semestre del 2015 e quello delle esportazioni vercellesi ha raggiunto la quota di 976 milioni di euro, registrando una contrazione pari a -2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati devono essere letti in un contesto generale che vede l’export stazionario nel primo semestre dell’anno a livello nazionale, in calo invece a livello di ripartizione territoriale (Italia nord-occidentale media -1,6%) e, soprattutto, regionale, con il Piemonte che registra una flessione del -7,4%.
«Per quanto riguarda il territorio biellese, a sostenere la lieve crescita dell’export sono stati la meccanica, gli altri prodotti manifatturieri, i prodotti tessili, le bevande e i prodotti dell’agricoltura che registrano una crescita sostenuta in termini assoluti, mentre risultano in netta flessione gli alimentari e gli articoli di abbigliamento. La provincia di Vercelli registra una diminuzione delle esportazioni, dovuta soprattutto alle performance negative del tessile-abbigliamento e dei prodotti dell’agricoltura, unitamente al calo delle vendite verso gli Stati Uniti e i paesi asiatici», dichiara Alessandro Ciccioni, Presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli.
«Sebbene nel complesso il sistema manifatturiero dei due territori abbia mostrato capacità di tenuta in ambito comunitario, non possiamo non sottolineare evidenti segnali di difficoltà per l’export verso i Paesi Extra UE. Da sempre le Camere di Commercio si sono impegnate per favorire l’apertura verso i mercati esteri delle aziende del territorio, con particolare attenzione alle esigenze delle PMI. Da oggi, con lo schema di decreto legislativo approvato lo scorso 25 agosto, focalizzeremo la nostra attenzione sulla preparazione delle imprese (soprattutto le piccole) ad affrontare l’internazionalizzazione lasciando agli altri enti preposti, Ice in primis, le attività di promozione sul territorio estero, nella fondata speranza che questa razionalizzazione dei ruoli possa portare il giusto beneficio al nostro sistema imprenditoriale locale».
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