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Pensione per Paolo Ceola, da 35 anni bibliotecario a Borgosesia
Ha assunto l’incarico nel 1983
Paolo Ceola, storico bibliotecario di Borgosesia, va in pensione.Dall’inizio dell’anno gli utenti della civica di via Sesone non trovano più Paolo Ceola ad accoglierli. La sua carriera lavorativa si è conclusa con la fine del 2017. «Iniziai questo incarico nel 1983 – ricorda -; in precedenza ero stato assunto in Comune come applicato di ragioneria, non mi sentivo però portato per quel tipo di mansione, così appena c’è stata la possibilità ho colto la palla al balzo e nel giro di poco si è concretizzato il trasferimento in biblioteca».
La “Combattenti” fungeva allora da centro piuttosto vivace nella promozione di iniziative e serate: «A Giorgio Orsolano, che in municipio era responsabile del settore cultura e spettacoli, non riusciva più di gestire al meglio anche la biblioteca. La soluzione fu che lui si sarebbe principalmente occupato dell’attività in Pro loco e il sottoscritto dei libri. Erano tempi nei quali i soldi per la cultura non mancavano e questo permetteva di organizzare eventi di indiscusso livello».
Poi, però, il corso delle cose cambiò: «Nel 1995 fu eletto sindaco Corrado Rotti, il quale azzerò l’assessorato alla cultura e trasferì Orsolano in anagrafe. Gli anni belli finirono e non tornarono più. Ma non è stata solo una questione locale – riflette Ceola -: a mio parere la disaffezione nei confronti della lettura e del sapere trova la sua causa nell’avvento della televisione commerciale. E pure la scuola ha le sue colpe: anziché limitarsi a consigliare ai ragazzi di leggere, avrebbe dovuto costringerli. Con la crisi di dieci anni fa, poi, i fondi per la cultura in generale e per le piccole biblioteche in particolare si sono via via ridotti all’osso».
Come non bastasse, per anni la biblioteca civica di Borgosesia ha dovuto fare i conti con problemi logistici: «Diciamo pure che non sapevamo più dove mettere i libri, inoltre pioveva dentro. Fortunatamente è intervenuta la Fondazione Resegotti, il cui sforzo economico a favore della collettività ha portato un netto miglioramento estetico e non solo. Gli interni potevano essere disposti diversamente, comunque sia va riconosciuto che dal 2015 la biblioteca è di fatto rinata. Adesso sento parlare della possibilità che subentri una cooperativa e ciò a mio avviso potrebbe equivalere a uno scadimento del servizio. Dipenderà da quanti soldi verranno effettivamente impiegati per l’ufficio».
E i borgosesiani, cosa leggono? «Narrativa e romanzi, di certo non la saggistica, nemmeno quella a carattere divulgativo. I classici resistono. E’ da rimarcare che i lettori forti hanno comunque più di cinquant’anni».
Infine, qualche curiosità o episodio? «Avevamo portato in Pro loco un mega spettacolo e Orsolano mi chiese di andare in biblioteca a prendere gli ultimi biglietti: lì trovai l’acqua scorrere giù per le scale dopo che una vasca di compensazione si era rotta. Dovemmo affrontare il disagio e contestualmente lavorare in teatro. A fine serata eravamo stanchissimi. Fare il bibliotecario – conclude Ceola – è stato bello, specie suggerire i libri e dialogare con le persone che riprendevano a leggere dopo un po’ di tempo, ma anche consigliare ai ragazzini romanzi come “Zanna Bianca” o “Il gabbiano Jonathan Livingston”».
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