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Torna dalla spesa e trova i ladri in casa: il racconto di una donna di Ghemme

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«Prima un lungo squillo del campanello, poi i passi pesanti e i colpi provenienti dal piano superiore»

Dopo la spesa scoperta shock per una donna di Ghemme: aveva i ladri in casa. La protagonista della vicenda è  Monica Chiovini, 29 anni, di professione psicologa forense e criminologa, e sua mamma.

Pochi giorni fa, intorno alle 19, le due donne stavano rincasando a piedi; il supermercato è a pochi passi dalla loro abitazione di via Pralini, una casa con due appartamenti, dove vivono, al piano superiore, anche gli zii della giovane. «Via Pralini è una strada poco illuminata, nonostante vi siano molte abitazioni- dice Chiovini -. Quella sera tornavamo a casa intorno alle 18,45, pochi minuti dopo che gli zii erano usciti». La villetta ha due entrate separate, con cancelli per i rispettivi appartamenti. «Attraversando il cortile – racconta Chiovini – noto che un’auto transita lentamente, fermandosi davanti al cancello degli zii, alle nostre spalle. Non ci faccio molto caso: penso che sia mio zio che ha dimenticato qualcosa. Mi sorprende però che spenga i fari con il motore acceso. Forse anche per via del mio lavoro, ma ho la netta sensazione che qualcosa non quadri».

Le due donne rientrano quindi in casa: «Il tempo di disfare le borse della spesa, pochi minuti, ed esco per accendere l’auto in cortile perché dopo l’avrei utilizzata. Rientro e vado in camera a prepararmi. A quel punto sentiamo il citofono dell’appartamento sopra suonare all’impazzata, come se qualcuno premesse il pulsante per qualche minuto per poi staccare e ricominciare. Ancora una volta abbiamo pensato allo zio o a qualche suo conoscente, ma la sensazione di stranezza rimaneva. Intanto il cane degli zii aveva iniziato ad abbaiare. Ad un certo punto il suono del campanello cessa e al suo posto sentiamo forti colpi, come se sbattessero delle porte. Sentiamo anche camminare pesantemente, pareva con degli scarponi. Iniziamo decisamente ad insospettirci. Faccio per uscire e vedo la cagnolina, che vive in casa con gli zii, nel cortile: era quindi uscita. Spaventatissima, mi salta in braccio».

A quel punto il tutto si fa più veloce: «Mia mamma, nonostante cercassi di impedirglielo, decide di andare a vedere cosa sta accadendo al piano sopra; appena arriva alla porta vede che è scassinata. Spaventata, si mette ad urlare dicendo che la porta era rotta. A mia volta le grido di correre via. Ci siamo chiuse in casa: per fortuna abbiamo un portone blindato. Da lì abbiamo chiamato gli zii, per fugare ogni ultimo dubbio, e immediatamente dopo i carabinieri. Abbiamo anche telefonato ai vicini, chiedendo loro di puntare luci sulla nostra casa e urlare dal balcone, per far capire ai ladri che erano stati scoperti. Purtroppo però sono riusciti a scappare. Diciamo che tutto sommato poteva andare peggio: non è accaduto nulla a noi e non hanno fatto in tempo a rubare nulla».

Secondo una prima ipotesi i ladri erano sicuramente in due, se non in tre. «Suonare all’impazzata il campanello per accertarsi che non vi sia gente in casa è un po’ la procedura seguita dai ladri d’appartamento – dice Chiovini -. Ghemme è un paese spesso vittima dei furti, soprattutto in questi ultimi anni. Tempo fa, sempre nella nostra via, i ladri avevano fatto visita ad altre case. Anche da noi ci avevano già provato, ma quella volta erano stati messi in fuga dalla cagnolina».

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