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Varallo, 120 bottigliette spray per riprodurre il ”Davide e Golia”

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 «Un linguaggio contemporaneo per far rivivere l’arte del passato e la tradizione della città»

Più di cento bombolette sono state utilizzate per realizzare il “Davide e Golia” sulla parete di piazza Garibaldi a Varallo.  Questo uno dei dettagli comunicati nei giorni scorsi alla presentazione ufficiale del Festival di arte urbana ideato e curato dal fotografo pubblicitario Alessandro Dealberto e sostenuto da diversi sponsor privati. «Il progetto – spiega il promotore – è un’idea per il rilancio del nostro territorio e per tutto l’incredibile patrimonio artistico culturale che racchiude. E’ con la mano degli artisti, con lo stile e il loro linguaggio, che si comunicherà quello che di grande e prezioso è racchiuso nella nostra città, far conoscere la ricchezza di Varallo in un modo straordinario e unico».

Davanti alla prima opera, il “Davide Golia” di Tanzio da Varallo, fatto rivivere dallo street artist Andrea Ravo Mattoni a colpi di 120 bombolette sulla parete di piazza Garibaldi diventata vero punto di attrazione e protagonista di un grande fenomeno social con quarantacinquemila visualizzazioni in una settimana, è stato presentato il cuore del progetto che proseguirà sino all’anno prossimo. Oltre all’intervento e al saluto del sindaco Eraldo Botta, unito al presidente della Pinacoteca di Varallo Mario Remogna, al direttore Carla Falcone e al conservatore Paola Angeleri, presenti diversi artisti tra cui Giovanni Magnoli in arte reFRESHink che, oltre a direttore artistico del progetto, sarà uno dei prossimi a lasciare il proprio segno indelebile creando, attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, un ponte di storia e tradizione della città. «Vogliamo coinvolgere anche i giovani artisti della zona – conclude Dealberto -, in modo da dare anche a loro l’opportunità di esprimersi e dialogare con i grandi maestri internazionali. Lo scopo di questo progetto non è semplicemente decorare delle pareti, ma fare in modo che la gente si incuriosisca a conoscere, attraverso queste opere, la ricchezza che abbiamo nella nostra realtà e che siano un invito a riscoprire il nostro grande patrimonio. Per noi è un progetto ambizioso e avremo colto nel segno se da domani avremo più visite in Pinacoteca, se più persone verranno ad ammirare il Sacro Monte, che avrà inoltre un punto di vista privilegiato sul progetto. Solo così si avrà il vero valore».

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