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Serravalle, Ennio Reolon rivive con le donazioni per le “sue” chiese
Raccolte offerte per 1500 euro: devoluti a Sant’Antonio, Natività di Maria a Gattera, pieve di Naula.

Serravalle, Ennio Reolon rivive con le donazioni per le “sue” chiese. Raccolte offerte per 1500 euro: devoluti a Sant’Antonio, Natività di Maria a Gattera, pieve di Naula.
Serravalle, Ennio Reolon rivive con le donazioni per le “sue” chiese
Era la fine di gennaio quando il fotografo e grafico Ennio Reolon moriva improvvisamente, lasciando sbigottiti tantissimi amici e conoscenti in tutta la Valsesia. In questi mesi lo hanno ricordato i musici dell’orchestra fiati Città di Borgosesia, durante il Concerto di gala; il consiglio direttivo di Imago Verbi, recitando una preghiera con don Roberto Collarini; l’associazione Valsesia Musica; il Rione del Falco e il direttivo di Sant’Antonio Abate al Colle.
Il gruppo alpini di Serravalle gli renderà omaggio a settembre, nella tradizionale Giornata del Ricordo, dedicata a chi è andato avanti.
“Abbiamo fatto qualcosa per ricordarlo”
«Non ci sarà mai più un tempo futuro – scrive l’amica Piera Mazzone – ma noi che abbiamo vissuto accanto a lui (la figlia Elisa con Paolo e Gabriel, la sorella Eralda, i nipoti, gli amici) abbiamo voluto fare qualcosa per ricordarlo, per far sì che viva ancora attraverso il bene. Abbiamo raccolto delle offerte: sono stati superati i 1.500 euro, che divideremo tra tre chiese che erano care al suo cuore, grato alle Persone che le mantengono ordinate e soprattutto accoglienti, come era nel suo spirito: Sant’Antonio con Piero, Natività di Maria a Gattera, con Simona e Angela, la pieve di Santa Maria di Naula, con Bianca e Mariella».
Quell’ultima serata in casa
«La sua morte, purtroppo prematura, è stata un privilegio, un dono – scrive ancora Piera Mazzone -: troppo spesso la morte ci trova “già morti”, già arresi, sconfitti. Invece Ennio fino all’ultimo giorno ha fatto visita agli amici, bevuto una birra, fatto programmi per una gita sui luoghi della Grande Guerra, pensato alla nuova settimana densa di impegni».
«Tornato a casa ha consumato la sua cena essenziale, lasciato le stoviglie nel lavello, perché, come era sua abitudine le avrebbe sciacquate il mattino dopo, con la tazza della colazione. Era salito nello studio, aveva lavorato alla classificazione dell’immenso archivio fotografico di suo fratello Heliar, si era coricato. Fortuna l’aveva seguito, accompagnandolo nel sogno, ma al confine tra i due mondi si era dovuta fermare… »
«Poi, dopo averlo vegliato, pazientemente aveva atteso altri umani, augurandosi che forse avrebbero potuto destarlo da quel sonno tanto profondo. Ora anche Fortuna ha accettato questa nuova realtà segnata dall’assenza: ci facciamo compagnia, nei suoi occhi talvolta vedo riflesso il sorriso incoraggiante di Ennio che invita a vivere ogni giorno, ogni ora come un dono che lui ha lasciato. Il silenzio con lui non è mai stato un vuoto da riempire: come l’ombra che cambia, a seconda della luce, riscalda qualcuno a cui nessuno pensa».
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