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Emiliano Panella: ancora in campo a 45 anni. Per divertirsi

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Emiliano Panella: ancora in campo a 45 anni. Per divertirsi. Una storia che parte da lontano, quella di Panella, valsesiano d’adozione.

Emiliano Panella

«Sono nato ad Acqui Terme – racconta – ma all’età di tre anni mi sono trasferito a Quarona, dove vivo ancora oggi. Da piccolo giocavo a pallone con gli amici e correvo in bicicletta; poi ho dovuto fare una scelta e ho deciso per il calcio, uno sport che mi ha dato tanto e grazie al quale mi sono tolto grandi emozioni».

Una carriera lunga che lo ha visto anche arrivare al professionismo: nel suo curriculum, infatti, ci sono anche le 27 presenze nel campionato di serie C2 (stagione 1998-1999) con il Borgosesia: «Con la maglia granata vincemmo la Serie D – riprende – . Ho ricordi stupendi ma d’altronde quando vinci è sempre tutto bello. Mi sono trovato benissimo con il gruppo, e con quella bellissima società».

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In quell’anno però cambiò anche la sua vita: «Avevo 21 anni e dovevo firmare un contratto con il Pisa, ma un mese prima di farlo mi ruppi il legamento crociato del ginocchio; tutto venne rimandato ma poi non se ne fece più nulla. Purtroppo quello è un treno che passa una volta. Chissà cosa sarebbe successo se fossi riuscito ad avere quel contratto».

Una vita di sport

Panella, oltre a giocare a calcio, è operaio in una fabbrica di rubinetti: «Nonostante si possa essere stanchi dopo una giornata di lavoro – riprende – , la voglia di andare ad allenarsi non manca mai, anzi è una cosa che mi rilassa».

Una carriera lunga, ma anche costellata di tante soddisfazioni: «Ho vinto 13 campionati, dalla Terza categoria alla Serie D. Di tutti conservo un ottimo ricordo. Anche di gol ne ho fatti fare e ne ho fatti parecchi, forse il più importante è stato quello segnato in Sardegna ai tempi del Borgosesia che ci permise di andare a + 7 sulla seconda in classifica. Tra i tanti allenatori ricordo Gianmario Arrondini, con il quale ho iniziato a Varallo, e Walter Viganò: due persone eccezionali e due mister bravi che mi hanno insegnato tanto».

Pensando al futuro

E il futuro? «Io ragiono di anno in anno, in base al fisico – conclude Panella – . Ma devo dire che sto bene e anche se in famiglia mi danno del pazzo mi piace continuare a giocare. L’anno scorso per la verità avevo deciso di smettere, ma poi il campo mi mancava troppo. Una volta appese le scarpe al chiodo, però, non credo che farò l’allenatore, un ruolo che non mi ha mai preso».

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