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Vittorio Gilli chiamato a difendere la porta del Borgosesia
Lo “spagnolo” Vittorio Gilli è tornato in Valsesia. La salvezza del Borgosesia è nelle sue mani.
Vittorio Gilli chiamato in porta a Borgosesia
Da ragazzino alle prime armi a portiere esperto. La salvezza del Borgosesia 2021-2022 dipenderà anche dalle parate di Vittorio Gilli, tornato in granata dopo la prima esperienza della (mezza) stagione 2016-2017. Cinque anni fa era stato con le “aquile” fino a gennaio.
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Un’occasione di rilancio
«Era il mio secondo anno tra i “grandi” – ricorda Gilli -. Avevo giocato una stagione nella Lavagnese e avevo poca esperienza alle spalle. Ora sono più esperto, più maturo e posso dare il mio contributo alla squadra. Quando mi è arrivata la chiamata dal Borgosesia ero molto felice, questa per me è un’importante occasione di rilancio e sono qui per raggiungere l’obiettivo di squadra».
Partito dalle rive del Sesia, di strada ne ha fatta parecchia, in giro per l’Italia e non solo. «Passai al Gozzano e vincemmo i play off e la stagione successiva la serie D. Poi con i cusiani ho fatto due anni di serie C che sono stati contraddistinti da problemi fisici che mi hanno tenuto lontano dal campo. Lo scorso campionato l’ho iniziato in serie D alla Puteolana e dopo due mesi sono passato al Sabadell squadra spagnola di Seconda Divisione, per la quale giocavo nell’Under 23».
L’esperienza maturata in Spagna
«Lì il gioco viene improntato tanto palla a terra. Diciamo che questo stile, negli ultimi anni, sta prendendo piede anche in Italia. Questo modo di giocare mi ha permesso di migliorare tecnicamente per quanto riguarda la gestione del pallone con i piedi. Per noi portieri, negli ultimi anni sono cresciute le responsabilità. I mister, infatti, chiedono anche a noi di giocare il pallone e certe volte è necessario fare dei passaggi chiave. Un minimo di rischio c’è, ma così facendo si guadagna un uomo».
Il segreto per stare in porta
Quello del portiere è un ruolo particolare. «Per sceglierlo bisogna essere pazzi, nel senso buono del termine. Buttarmi a terra, anche nel fango, mi è sempre piaciuto. Nasco attaccante, ma nel giardino di casa con mio fratello maggiore, facevo sempre il portiere. Poi un allenatore mi mise in porta per una partita e da allora non sono più uscito».
Sono passati 5 anni dalla prima avventura a Borgosesia, ma come allenatore dei portieri c’è ancora Egidio Capra. «Per me è come un padre, abbiamo un rapporto speciale. È stato una delle prime persone ad aiutarmi quando sono arrivato e anche adesso mi ha accolto a braccia aperte con lo stesso entusiasmo di allora. Nel suo staff c’è anche Edoardo Grazioli, anche con lui c’è un ottimo rapporto, mi dà una mano per crescere e migliorare».
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