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Bambino in difficoltà nel Mastallone: salvato da alcuni varallesi

Momenti di paura nella spiaggetta sotto il ponte Antonini. E coda polemica.

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Bambino in difficoltà nel Mastallone: salvato da alcuni varallesi. Momenti di paura nella spiaggetta sotto il ponte Antonini. E coda polemica.

Bambino in difficoltà nel Mastallone: salvato da alcuni varallesi

Per fortuna alcuni giovani residenti in città si sono buttati in acqua e hanno tirato fuori dai guai il bambino. Altrimenti non si può sapere come sarebbe andata a finire. Nella mattinata di ieri, martedì 12 agosto, si sono vissuti attimi di vera paura nella spiaggetta sul Mastallone in prossimità del ponte Antonini a Varallo.

Secondo le testimonianze di molte persone che hanno assistito alla scena, a un certo punto un bambino che era immerso nelle acque del torrente è apparso in evidente difficoltà. Era lì con la madre e con il fratello. Sono stati momenti concitati: la madre si è resa conto della situazione, ma evidentemente non sapeva nuotare. Delle altre persone che erano in spiaggetta, solo un uomo non più giovanissimi è entrato in acqua tentando di avvicinarsi al piccolo, ma senza risultato.

Nessun altro tra coloro che erano in spiaggetta ha fatto cenno di intervenire.
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L’intervento di alcuni varallesi

Intanto però si sentiva urlare. E per fortuna erano in zona alcuni giovani residenti in città hanno capito la gravità della situazione e l’urgenza, e sono subito scesi dalla strada. Uno di loro si è lanciato e ha raggiunto in breve il bambino, riportandolo sano e salvo sulla spiaggia assieme alla madre. E alla fine tutto si è concluso con un doveroso ringraziamento: il ragazzino stava bene, a parte la paura, e non è stato necessario chiamare personale medico.

La vicenda ha però avuto uno strascico polemico anche abbastanza rumoroso: molti che hanno assistito al fatto hanno accusato coloro che erano in spiaggia di non aver mosso un dito, e sono anche volate parole grosse.
Foto d’archivio

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8 Commenti

1 Commento

  1. Roberto

    13 Agosto 2025 at 9:40

    Se i presenti non sono intervenuti in soccorso del bimbo pur essendo nella possibilità, possono senz’altro essere passibili di denuncia all’autorità competente che valuterà il caso, com’è giusto che sia.

    • Aldo

      13 Agosto 2025 at 14:11

      Esatto, Omissione di soccorso , e la e starebbe bene .pp
      .

    • David

      13 Agosto 2025 at 18:46

      Anche la madre può senz’altro essere passibile di denuncia, com’è giusto che sia, non per altro ma dovrebbe chiamarsi “abbandono di minore”.

      • Roberto

        14 Agosto 2025 at 11:42

        “Secondo le testimonianze di molte persone che hanno assistito alla scena, a un certo punto un bambino che era immerso nelle acque del torrente è apparso in evidente difficoltà. Era lì con la madre e con il fratello”.
        Orbene,dove vede “l’abbandono di minore”?

        • David

          14 Agosto 2025 at 14:46

          Da quanto è stato scritto pare che la madre non fosse in grado di nuotare e, da quanto leggo, sembra che il reato di abbandono non sia solo legato al significato letterale della parola stessa ma anche all’esposizione del minore ad un qualche fattore che ne possa intaccare l’incolumità.

          “L’abbandono di minore, secondo l’articolo 591 del codice penale, è un reato che si verifica quando una persona, che ha la custodia o il dovere di cura di un minore di 14 anni, lo abbandona, esponendolo a un pericolo per la sua incolumità. Questo può avvenire sia attraverso azioni che omissioni, che contrastino con l’obbligo di cura e custodia”.

          • Roberto

            14 Agosto 2025 at 16:35

            Il tratto era balneabile e non considerato pericoloso, e nemmeno è venuta meno la vigilanza della madre,che ha prontamente reagito alla sopravvenuta necessità. Nessun abbandono, pertanto.

  2. David

    14 Agosto 2025 at 18:11

    E va bene Signor Roberto, ha ragione lei, nessuno abbandono, sembra però che il c.p. interpreti la cosa in modo diverso, pazienza.

    In ogni caso, se la madre fosse stata vigile, non avrebbe permesso al figlio di mettersi in pericolo (in realtà poi non è stata lei a reagire “prontamente ” ma terze parti, da quanto si evince dalla stampa).
    La vigilanza su un minore deve necessariamente essere attiva e preventiva, non a danno (potenziale o reale) avvenuto.

    Anche il mare in molti tratti è considerato balneabile ma chiunque può mettersi in pericolo, soprattutto un bambino se non sorvegliato.
    Non so come spiegarlo altrimenti.

    Presumo che l’ultimo punto di ciò che segue, trovato in rete, sia quello più consono a questo caso di cronaca.

    “Quando si configura il reato di abbandono di minore?

    Età del minore:
    Il minore deve avere meno di 14 anni.

    Obbligo di cura e custodia:
    La persona che abbandona deve avere la responsabilità legale o contrattuale di prendersi cura del minore.

    Condotta di abbandono:
    Si configura abbandono sia attraverso azioni (come lasciare il minore solo in casa o in un luogo pubblico) che omissioni (come non prestare le cure necessarie).

    Pericolo per il minore:
    L’abbandono deve creare una situazione di pericolo, anche potenziale, per la vita o l’incolumità del minore.”

    Un saluto, buon ferragosto.

    • Roberto

      15 Agosto 2025 at 7:19

      No,è lei che interpreta maldestramente la normativa, perché, nella fattispecie, è possibile ravvisare solo l’omissione di soccorso di chi era nella possibilità di agire e non l’ha fatto. La vita presenta sempre imprevedibilità, e secondo la sua interpretazione il minore di 14 anni non potrebbe nemmeno fare due passi senza la presenza di un tutore….
      Saluti.

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