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Giorgio Magni ha voluto tornare a Varallo per il suo ultimo viaggio
Frequentò l’Alberghiero, poi si stabilì a Torino e lavorò in un grande hotel: ma ha voluto essere sepolto in città.
Giorgio Magni ha voluto tornare a Varallo per il suo ultimo viaggio. Frequentò l’Alberghiero, poi si stabilì a Torino: ma ha voluto essere sepolto in città.
Giorgio Magni ha voluto tornare a Varallo per il suo ultimo viaggio
Era nato a Varallo 73 anni fa e a Varallo ha voluto essere seppellito. Giorgio Magni nacque nella città del Sacro Monte il 3 settembre 1950 da Oreste e Anna Dominietto.
«Nel 1961, per motivi di lavoro del padre, con i genitori e la sorella Maria Rosa, si trasferì a Borgosesia – scrive in un ricordo Piera Mazzone, direttrice della biblioteca civica di Varallo -. Frequentò l’istituto alberghiero “Pastore” di Varallo e fu tra i primi sei allievi del corso per segretari d’albergo: dopo il diploma venne assunto in un grande hotel di Torino, dove rimase fino al termine della sua carriera lavorativa, traendo molte soddisfazioni dalle relazioni umane che seppe creare».
L’incontro con Angela
«Nella capitale subalpina conobbe la moglie Angela, insegnante: dal loro matrimonio nacque un’unica figlia Paola, che abita e lavora in Australia come entomologa forense presso la Murdoch University di Perth, ma è richiesta in tutto il mondo per le competenze specialistiche che ha maturato. Giorgio purtroppo da alcuni anni era gravemente malato, ma amava la Valsesia e, finché gli fu possibile, tornava a trovare i genitori prima, la sorella e il nipote in seguito, perché, pur soffrendo, gustava il conforto dei familiari e assaporava la gioia di una vita piena».
La lotta contro la malattia
«Quando la sua malattia peggiorò, impedendogli anche di guidare, Maria Rosa e Luca si recavano a Torino: ogni incontro era una festa. La figlia Paola, qualche mese fa, era in città per una conferenza al Museo di Scienze Naturali, in quell’occasione rivide il padre e gli portò la nipotina Zelda Maris, mentre l’altra era rimasta in Australia con il marito: per Giorgio fu un momento di felicità».
«La moglie Angela, in questi lunghi anni difficili, l’ha curato amorevolmente, comprendendo bene che i fili neri sono necessari quanto le fibre d’oro e d’argento: servono al disegno, che si completerà nel futuro, con quelle nipotine che vivono dall’altra parte del mondo, ma certo non dimenticheranno il nonno».
L’altra settimana, il funerale: «Giorgio ha voluto essere seppellito nella tomba di famiglia a Varallo – conclude Mazzone -, tornando alle sue radici».
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