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In un anno arrivate in Valsesia 40 famiglie israeliane
Il Progetto Baita al lavoro tra integrazione e ripopolamento della valle.
In un anno arrivate in Valsesia 40 famiglie israeliane. Il Progetto Baita al lavoro tra integrazione e ripopolamento della valle.
In un anno arrivate in Valsesia 40 famiglie israeliane
«La Valsesia? E bella, verde e ospitale». Per questo sempre più famiglie israeliane si stanno insediando in Valsesia da Borgosesia fino su a Rimasco. Già una quarantina le coppie, molte con figli, che hanno acquistato casa. E dal prossimo anno scolastico 37 bambini e ragazzi saranno inseriti nelle scuole della Valsesia dalla materna fino alle superiori. Così si ripopolano i piccoli borghi della Valsesia.
Tutto nasce dall’associazione Progetto Baita ets (ente del terzo settore, senza scopo di lucro) fondata da Ugo Luzzati, che ne è il presidente. Originario della Liguria, ha una azienda in Israele e ha deciso di insediarsi in Valsesia.
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Richieste in continuo aumento
Una delle prime coppie provenienti da Israele ha acquistato casa un anno fa a Rimasco, poi a cascata sono arrivate altre famiglie. Il tutto tramite un percorso ben definito.
«Abbiamo costituito una onlus riconosciuta – spiega Gianni Tognotti, ex sindaco di Rimasco e vice presidente dell’associazione -. Il nostro obiettivo è favorire l’integrazione delle famiglie straniere in Valsesia. Finora abbiamo inserito 40 famiglie che hanno acquistato casa. E per il prossimo anno scolastico 37 giovani saranno iscritti nelle nostre scuole dalla materna, elementari fino al liceo e all’alberghiero».
Molti hanno già frequentato corsi di italiano prima di arrivare in Italia. E le richieste continuano ad arrivare. La gente che si sta trasferendo da Israele cerca soprattutto tranquillità e pace.
Innamorati della Valsesia
Si innamorano della Valsesia. «Sono affascinati dal nostro paesaggio – interviene Luzzati -. Ma anche dall’accoglienza delle persone. Si tratta di famiglie che decidono di trasferirsi e investire nel territorio. Si innamorano del verde e della vita tranquilla. Si trovano bene con i valsesiani».
Prediligono case indipendenti e non appartamenti, con terreni, abitazioni tipiche della zona in pietra ma comode e sicure, con tutto a norma nell’impiantistica, e soprattutto con la possibilità di dotarsi di collegamenti a internet.
Svariate professioni
Ma chi sono? «Sono quasi tutti laureati – riprende Luzzati -. Molti lavorano da remoto, ma ci sono anche medici, farmacisti, infermieri». Non è un caso che durante il convegno sulla sanità a Borgosesia si è parlato della possibilità di coinvolgere questi professionisti nelle strutture della zona. Altri sono ingegneri, informatici e allevatori di cavalli.
Chi già conosce la lingua ha trovato lavoro, per esempio in una farmacia o in una falegnameria. Il Progetto Baita si interessa anche a superare lo scoglio della lingua: «Abbiamo organizzato una scuola di lingua – riprende Luzzati -. Ci affidiamo all’associazione Eufemia».
Integrazione e ripopolamento
La volontà di queste persone è di integrarsi nel territorio: «Oltre a mettere a disposizione le proprie competenze professionali – riprende Luzzati – molti in età pensionabile hanno chiesto di poter aiutare le associazioni locali come volontari».
Il ruolo del Progetto Baita è portare cittadina stranieri, per ora da Israele, Germania, Olanda, Sud Corea, a vivere nelle valli valsesiane, che attualmente si trovano in corso di desertificazione, fornendo loro una serie di servizi e aiuti.
L’obiettivo di far conoscere loro i luoghi, le persone e la realtà esistente, assistere le famiglie lungo diverse fasi di inserimento. Il progetto ha già ricevuto l’appoggio di Regione, Unione montana Valsesia e vari Comuni.
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Piero
21 Luglio 2024 at 13:51
Ma queste persone hanno un lavoro ? O sono a carico dei soliti. Servizio sanitario gratuito inclusi ?
Roberto
21 Luglio 2024 at 14:36
Finché non saranno garantiti servizi e trasporti pubblici decenti, vedi Treno. Varallo Novara, il ripopolamento rimarrà una pia illusione
Renzo
22 Luglio 2024 at 7:38
iniziativa intelligente porterà grandi benefici per la Valsesia
Maria Luisa Gallo
23 Luglio 2024 at 14:18
Leggo con interesse. Nessuno a mai pensato di aiutare anche le famiglie dei residenti in Valsesia con servizi od altro?! Scrivo come mamma di Ben 1 bambina che qui vive. Potrei elencare i salti mortali delle singole famiglie per il semplice trasporto dei figli e per raggiungere le sedi scolastiche, per garantire loro l’accesso ad attività sportive, ad opportunità di istruzione più corpose ecc.. oltre tutti i costi sostenuti. Ben vengano finalmente la garanzie di servizi minimi, per tutte le famiglie della valle. Ben vengano nuove famiglie perché prioritario sia il rispetto delle meraviglie naturali che troveranno e l’integrazione con il tessuto sociale esistente.