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San Francesco protagonista al Sacro Monte di Varallo

Il 3 agosto uno spettacolo teatrale ripercorrerà la vita del santo in uno scenario inedito

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San Francesco protagonista al Sacro Monte di Varallo. L’eccezionale spettacolo teatrale ripercorrerà la vita del santo in uno scenario inedito.

San Francesco protagonista al Sacro Monte di Varallo

Un eccezionale spettacolo teatrale al Sacro Monte di Varallo dedicato alla storia e alla vita di San Francesco e allo spirito francescano. Alla congregazione apparteneva anche il fondatore del complesso, Bernardino Caimi, che manca da Varallo da più di 250 anni.

Presenti all’incontro di presentazione in biblioteca le maggiori cariche legate alla cultura e alle tradizioni artistiche della città.
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Lo spettacolo

Anticipato in un incontro in biblioteca, lo spettacolo si intitola “La storia di Francesco” e verrà proposto sabato 3 agosto alle 21 al Sacro Monte, nel piazzale della Basilica (e, in caso di pioggia, all’interno della chiesa). La partecipazione è libera e gratuita e non ci sarà bisogno di prenotazione. Per salire al Sacro Monte sarà possibile utilizzare la funivia che funzionerà fino alle ore 23.

Hanno partecipato alla conferenza stampa il rettore della basilica don Angelo Porzio, l’assessore alla cultura Enrica Poletti, il presidente del Consiglio di biblioteca, Aristide Torri, in rappresentanza dell’Ente di gestione dei Sacri Monti la funzionaria Nadia Salvagno, il direttore della biblioteca, Piera Mazzone e il capo settore cultura, Silvio Brentazzoli.

L’evento è stato organizzato dall’assessorato alla cultura di Varallo, ente proprietario del complesso monumentale, con il finanziamento del Ministero del Turismo  nell’ambito di un progetto finalizzato alla valorizzazione dei Comuni a vocazione turistico-culturale ubicati nel territorio del sito Unesco.

Il regista e l’autore

All’incontro ha partecipato in videoconferenza il regista dell’opera, Pino Quartullo, attore, sceneggiatore e drammaturgo di fama internazionale.

La rappresentazione teatrale “La storia di Francesco” è una produzione de “La Città degli Artisti – Margherita Romaniello” di Roma, ispirata al romanzo “La sapienza di un povero”. L’opera, tradotta in tredici lingue e uscita in Italia nel 1963, è dello scrittore francese Éloi Leclerc, un francescano, e rappresenta una guida spirituale al pensiero evangelico del santo.

Leclerc è morto all’età di 95 anni nel 2016, nella casa di riposo delle Piccole Sorelle dei Poveri a Saint-Servan, in Francia, ma la sua opera rimarrà come colosso nel suo genere, dato che ha venduto oltre tre milioni di copie in tutto il mondo.

La teatralizzazione dell’opera

Quartullo è stato colpito da questo romanzo che parlava degli ultimi anni di Francesco, le cui vicende si prestavano alla teatralizzazione, proprio per la figura del protagonista, messo a dura prova da tante vicissitudini e sofferenze.

«Nella costruzione dello spettacolo, caratterizzato da una grande partecipazione emotiva, ho avuto la più ampia collaborazione da parte dei Frati Minori: propongo un Francesco diverso, inquieto, tormentato, che affronta in modo coraggioso la propria crisi e si ritira in un romitaggio per essere maggiormente vicino a Dio, ma sia Chiara che i suoi compagni lo implorano di tornare, perché hanno bisogno di lui».

«Con le stigmate Francesco ritrova la serenità, l’allegria e la gioia, è pronto a tornare tra i suoi confratelli, ma anche a farsi da parte, se essi lo desiderano. Questo atteggiamento è molto importante perché è un esplicito invito a non sovrastare, ad amare tutti, anche i nemici. E’ stato difficile trasformare il romanzo in una sceneggiatura teatrale, ma alcuni episodi erano già teatro».

Uno scenario inedito

La coreografia al Sacro Monte di Varallo sarà minimale, si utilizzerà soprattutto il contesto, valorizzandone la bellezza: i molti cambi di situazione saranno ricreati attraverso l’uso delle luci e della musica”.

Quartullo ha spiegato come sia avvenuto il collegamento con Varallo, caratterizzato da un’immediata empatia con le persone e con i luoghi: «Sono estasiato da Varallo – aveva affermato -. Francesco è un santo moderno ed amato: tutti vorremmo essere come lui, sensibili ai bisogni di chi ci passa accanto, uomini, animali e piante, donare una carezza dell’anima a tutti… possiamo sognarlo».

Ma è anche un simbolo di pace, della quale oggi c’è tanto bisogno. Concludendo il collegamento con il regista, Silvio Brentazzoli ha ricordato che, oltre agli 800 anni delle stigmate, quest’anno ricorrono i 40 anni dal soggiorno al Sacro Monte di san Giovanni Paolo II, anniversario particolarmente significativo, che accrescerà il significato dell’evento che si terrà proprio nella piazza dedicata a lui.

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