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Agricoltori Ghemme preoccupati per la Popilia Japonica

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Agricoltori Ghemme c’è paura per la presenza dell’insetto Popilia Japonica.

Agricoltori Ghemme preoccupati

Alcuni agricoltori di Ghemme hanno “imballato” le piante da frutto: c’è preoccupazione, infatti, per la presenza dell’insetto Popilia Japonica. Un’emergenza che Coldiretti Novara-Vco sta cercando di arginare con urgenza. «Il settore fitosanitario della Regione ha risposto al nostro appello e siamo tutti al lavoro per ottimizzare le strategie comuni di lotta alla Popillia japonica, che sta provocando danni ingentissimi a un gran numero di colture agricole, tra cui sicuramente vigneti e frutteti, ma non solo: anche  mais, soia e orticole». Così il presidente interprovinciale di Coldiretti Sara Baudo a margine dell’incontro che si è svolto negli scorsi giorni con i responsabili del settore fitopatologico della Regione Piemonte, intervenuti a Novara.

Un lavoro da condividere

Nel vertice, presenti il direttore della federazione Maria Lucia Benedetti e il tecnico Davide Giordano, Coldiretti ha ribadito ai funzionari della Regione, Giovanni Bosio e Davide Venanzio, la necessità di un lavoro condiviso per far fronte a un’invasione che, in pochi anni, ha assunto contorni preoccupanti: a partire dalla prima segnalazione, avvenuta a luglio 2014, il coleottero scarabeide è diventato un particolare problema per la zona a cavallo tra Piemonte e Lombardia. «Il censimento deve essere capillare, in quanto anche la presenza di un solo insetto è allarmante. Su questo fronte, il settore fitopatologico sta facendo un buon lavoro: non dimentichiamo che questo insetto si muove in gruppo e anche la presenza di un solo individuo rintracciato è un segnale molto negativo. Oltretutto, è riuscito a resistere persino alle temperature rigide dello scorso inverno», rimarca Baudo.

Gravi danni

I danni, come detto, sono ingentissimi: «La Popillia erode foglie, fiori e frutti. Su mais, inoltre, gli adulti di Popillia si nutrono delle sete delle spighe, con conseguenti problemi di fecondazione e ridotto numero di cariossidi formate – ha confermato Giordano – Inoltre, per via dello spiccato comportamento gregario, i danni spesso sono molto localizzati, e basta spostarsi di pochi metri per trovare piante indenni. Le larve risultano invece particolarmente nocive ai tappeti erbosi e ai prati e pascoli, sia per i danni diretti (erosioni radicali) che per i danni dovuti a talpe, cinghiali e uccelli che scavano nel terreno per cercare le larve di cui si nutrono». L’incontro ha fatto il punto sugli interventi di lotta: «E’ importante intervenire in modo coordinato con il supporto della settore fitosanitario. Prosegue Sara Baudo – chiediamo inoltre  che la Regione metta a disposizione delle risorse finalizzate  alla ricerca ed al contenimento dei danni che subiscono le nostre aziende».

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