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Allarme degli industriali: stiamo andando verso la paralisi

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L’allarme degli industriali: si va verso la paralisi

«La guerra amplifica un problema già drammatico»

Intervento preoccupato di Gianni Filippa, presidente degli imprenditori locali. Anche le materie prime sono sempre più difficili da trovare

«I costi dell’energia e dei carburanti ci mettono alle corde davanti alla concorrenza straniera. Serve un intervento deciso e immediato»

«Chi pensa che la produzione industriale stia rallentando per colpa della guerra sbaglia: la guerra è solo un acceleratore drammatico, con costi di vite umane inimmaginabili, di una tendenza in corso da tempo. Senza interventi immediati le imprese vanno verso la paralisi».

È un allarme in piena regola quello che lancia il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, molto preoccupato non solo dalla situazione attuale, ma anche dalle prospettive dell’immediato futuro.

«Quello che ci preoccupa – prosegue Filippa – è infatti la mancata percezione, da parte di molti, della nuova crisi economica che potremmo dover affrontare tra qualche mese: aumento delle aziende in cassa integrazione, attività dell’indotto quasi completamente ferme, meno redditi disponibili. L’aumento delle spese fisse legate ai maggiori costi energetici comporterà anche una riduzione dei consumi e una minore propensione a spendere da parte delle famiglie».

Insomma, una stretta che tocca le imprese ma anche le famiglie, con relativa contrazione dei consumi. Il classico circolo vizioso che determina la crisi. «Fin dall’autunno scorso Confindustria segnalava il rallentamento delle attività economiche dopo il rimbalzo post-pandemia, sollecitando provvedimenti necessari per sostenere la produzione nel lungo periodo, perché solo con una crescita costante e duratura si potrà far fronte all’enorme debito pubblico del nostro Paese. Ora rischiamo di andare incontro a una recessione accompagnata da inflazione, che è quanto di peggio ci possa capitare senza interventi strutturali».

Le aziende, fa notare il presidente di Cnvv, devono fare i conti con le difficoltà nella fornitura di materie prime, con rincari generalizzati e fuori controllo, e prezzi energetici alle stelle. «Non è bello ricordare che nel maggio 2020, quando Confindustria chiese al Governo di allora quale fosse il nuovo piano energetico la risposta fu che “non ne avevamo bisogno”… Le imprese, in modo particolare quelle energivore, stanno ora rallentando o bloccando la produzione, con gravi ripercussioni su tutte le filiere».

Le industrie chiedono misure strutturali in ambito energetico (come un tetto al prezzo del gas), che rispecchi il costo all’origine e sia frutto di contratti a medio e lungo termine anziché della speculazione. E un prezzo dell’elettricità che non sia fissato in base all’impianto meno performante. «Molte nostre imprese stanno subendo la concorrenza da altri Paesi che hanno costi dell’energia decisamente inferiori, e non parlo solo degli Stati Uniti o dell’Oriente ma anche della Francia. Per quanto riguarda il carburante, invece, ricordo che in nessun altro Paese europeo accise e Iva sono pari al 123 per cento del costo finale. Per dare un segnale positivo al nostro sistema produttivo si dovrebbe potenziare “Industria 4.0”, aumentare il credito di imposta per ricerca e sviluppo e ridurre il cuneo fiscale; serve anche un riordino della tassazione. Ricordo che durante la pandemia il sistema produttivo ha letteralmente “sostenuto” il nostro Paese, raggiungendo nel 2021 livelli record di export. Anche negli ultimi mesi siamo riusciti a non trasferire sui consumatori il notevole aumento dei costi che abbiamo dovuto sopportare, ma non possiamo più continuare così».

In foto Gianni Filippa, presidente degli industriali di Valsesia, Vercelli e Novara

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