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Alta Valsesia altri ricordi per Gioachino Topini

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Alta Valsesia ricorda “Chino”: l’ebanista fu, fra le altre cose, una presenza importante nel Cai.

Alta Valsesia ricorda Chino

Ha vissuto una vita piena, densa di lavoro e attività. «Ad andare d’accordo, si guadagna tutti» era il motto di Gioachino Topini, Chino per tutti coloro che lo conoscevano e gli hanno voluto bene. L’aggregazione faceva parte di questa sua filosofia, seguendo la quale nel corso della vita praticò con efficacia moltissime attività. Fu guida e faro non solo per la sua famiglia, ma anche per il suo paese, la sua valle; per tanti amici che lunedì, nella chiesa parrocchiale di Scopa, hanno voluto rendergli l’ultimo omaggio. Nato nel 1939, Gioachino fu mandato a studiare dai padri salesiani a San Benigno Canavese, dove imparò il mestiere di falegname ebanista, passione forse ereditata dal nonno, accanto al quale era cresciuto. Frequentando l’istituto, ebbe modo di iniziare presto a lavorare anche all’esterno, per restaurare chiese e santuari, sviluppando presto una visione molto aperta del mondo e proprio per questo si impegnò sempre per tutti, indistintamente. Terminati gli studi, tornò al suo paese; lavorò alla falegnameria Fratelli Negra di Failungo di Piode; a metà degli anni ’60, aprì la propria bottega a Scopa dove, nel 1967, sposò Franca, da cui ebbe le adorate figlie Daniela e Paola. A ingrandire la famiglia arrivarono poi i generi Francesco e Walter, che condividevano gran parte delle sue passioni, e i nipoti Ilaria, Martina, Rebecca e Giacomo, di cui andava molto fiero.

I suoi impegni

Grazie alle competenze acquisite a livello scolastico, divenne punto di riferimento in tutta la valle per chiunque dovesse realizzare anche le opere più elaborate. Dagli anni Ottanta e fino ai primi anni 2000, fu presente nell’amministrazione comunale del sindaco Livio Riccio come consigliere, assessore e anche vicesindaco. Iscritto nella sottosezione di Scopello del Cai di Varallo, fu reggente per due mandati. Fece parte della commissione “Montagna antica, montagna da salvare”, per la quale si occupò dei restauri lignei di molte chiese e cappelle. La sua visione della montagna fece cambiare il modo di intendere l’attività del gruppo scopellese: non solo attività per pochi esperti, ma gite ed escursioni per le famiglie e per gli appassionati a tutti i livelli, che portava così a conoscere la Valsesia e tante altre zone: dal Trentino, alla Liguria; dalla Valle d’Aosta alla Valtellina. Non solo le camminate erano le sue passioni sportive: da giovane giocò al calcio, si dedicò alle corse campestri e poi allo sci di fondo, compiendo spesso lunghi percorsi. La matrice profondamente religiosa della famiglia fece sì che anch’egli fosse molto legato alle attività della parrocchia situata a due passi da casa: come anche il nonno e il padre, fu sacrestano e campanaro; anche recentemente, coadiuvava nelle funzioni il parroco don Domenico Guala, che lunedì gli ha rivolto nell’ultimo saluto parole di grande affetto.

Il Cai

Anche la sottosezione Cai di Scopello ha voluto ricordare Gioachino Topini attraverso uno scritto personale di Viviana Visca.
«Gioachino Topini se ne è andato al mattino presto, senza far rumore sabato 28 novembre. Ha lasciato nel dolore la sua grande famiglia. Si era diplomato alla scuola salesiana di San Benigno Canavese nel 1956. Dopo un breve periodo di lavoro alla ditta Negra Agostino aprì la bottega di falegnameria e per più di 50 anni esercitò la professione della lavorazione del legno con lavori di restauro nelle chiese e per diversi privati e come amava dire “tra il sacro e il profano i miei lavori si trovano in tutta la Valsesia”. Questa Valsesia che ha tanto amato, questa Valsesia in cui ha tanto camminato da conoscere a memoria i sentieri, i passaggi pericolosi, tanto da disegnare il percorso a memoria con tanto di salite, curve, albero di faggio, abete, betulle e poi fontane e i piccoli paesini o alpeggi per far sì che tutto il gruppo di escursionisti Cai arrivasse a destinazione quando io che accompagnavo non conoscevo il percorso».

“Umile lavoratore”

«Ricordo con nostalgia i foglietti di carta a quadretti che mi preparava il venerdì e io me li infilavo in tasca e consultavo nelle escursioni. Gioachino era socio Cai dal 1976 e nel 1994 fu eletto reggente della sottosezione di Scopello fino al 1996 e successivamente nel 1997 fu rieletto fino al 2000. Ma fu sempre nel direttivo, carica che ricopriva attualmente e ogni venerdì sera non mancava mai in sede per la consueta riunione. Partecipava come “umile lavoratore” nella commissione montagna antica montagna da salvare per apportare il proprio operato nel restauro di qualche cappella votiva. Negli anni ha ricoperto cariche amministrative nel Comune di Scopa come consigliere, assessore e vice sindaco con l’amico Livio Riccio per diverse legislature. Anche se ultimamente non camminava più da escursionista, con i bastoncini pian piano arrivava, era sempre presente alla partenza di ogni nostra escursione, a volte ci raggiungeva anche in auto, ma all’arrivo era sempre lì ad attenderci. Porgiamo le condoglianze alla moglie Franca, alle figlie Paola e Daniela, alle sorelle Clotilde, Silvia, Cecilia, ai nipoti che tanto amava e a tutta la sua grande famiglia».

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