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Banche chiuse, disastro per i paesi di Valsesia e Valsessera | La lettera

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esplosivo nel bancomat

Banche chiuse il commento di Alberto Daffara, consigliere di Piode dell’Unione dei Comuni della Valsesia. Riceviamo e pubblichiamo.

Banche chiuse “Una diminuzione di servizi”

«Dopo la serie di tagli della spesa pubblica che hanno interessato servizi sanitari basilari quali ospedali e ambulatori montani e che prevedono in ultimo la soppressione del servizio del giudice di pace, prendendo parte all’ultima riunione tenutasi presso l’Unione dei Comuni della Valsesia, avente ancora una volta come oggetto la stessa tematica, apprendo che anche un’altra importante istituzione avrebbe deciso di non servire più gli abitanti della nostra valle. Il nuovo piano industriale del Banco popolare di Milano prevede infatti la chiusura della storica filiale (ex Banca popolare di Novara) di Scopello, il comune più abitato e a maggior densità turistica del centro valle.

Si tratterebbe di una ulteriore perdita di riferimento per l’economia della zona! La Banca popolare di Novara è sempre stata storicamente radicata sul nostro territorio, contribuendone sicuramente allo sviluppo tramite l’azione della “Fondazione”, ma anche beneficiando delle opportunità e delle ricchezze che per anni le hanno garantito le attività imprenditoriali, i Comuni e la popolazione che tradizionalmente alla banca ha affidato e affida i propri risparmi.

La chiusura della filiale implica una diminuzione di servizi che inciderà negativamente sulla vita di tutta la popolazione, sull’imprenditoria e sul turismo, ma in particolare rappresenta un ulteriore duro colpo per gli anziani, poco avvezzi alle nuove tecnologie e sempre più alienati da un mercato che li considera consumatori di serie B. Soprattutto ad essi mancherà quel punto di riferimento a cui fare affidamento per l’incasso della pensione, per il pagamento delle bollette, per essere rassicurati sui propri risparmi in un momento particolarmente delicato. Sono consapevole che gli istituti bancari sono oggigiorno enti di diritto privato, il cui unico obiettivo risiede nell’utile di bilancio, ma sono altrettanto consapevole che in tutto ciò ci sia qualcosa di estremamente imperfetto, qualcosa di socialmente deprecabile che incentiverà ancor di più i giovani ad abbandonare la nostra valle e i turisti a preferire altri luoghi. Auspico nella condivisione e nel sostegno di imprenditori, colleghi amministratori, giornalisti e cittadini e che questa voce comune possa essere considerata dai vertici della “nuova banca”».

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