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Boca, giro di vite sul progetto di trattamento fanghi

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Il Comitato Tutela Ambiente: «Per due volte la nostra richiesta di partecipare alla conferenza è stata rigettata»

Non c’è ancora una risposta definitiva, da parte della Provincia di Novara, in merito all’autorizzazione per la realizzazione di un impianto di recupero argille, terre e fanghi non pericolosi, che dovrebbe sorgere a Boca. L’altro lunedì si è tenuta la seconda conferenza dei servizi sul tema, a cui, in rappresentanza del Comune, hanno preso parte il commissario e il responsabile dell’ufficio tecnico. Gli enti preposti hanno richiesto all’azienda proponente, ItalHousing, ulteriori chiarimenti di natura tecnica e la ditta si è proposta di integrare il necessario.

Una scelta che non incontra l’approvazione del Comitato Tutela Ambiente di Boca: «Il Comitato ha chiesto di poter partecipare alla conferenza, anche per una questione di trasparenza amministrativa, ma per due volte la nostra richiesta è stata rigettata» fa sapere. Sulla base del verbale, il Comitato ha espresso la sua posizione: «Veniamo a conoscenza del fatto che sono state chieste ulteriori integrazioni e che sono stati concessi altri 45 giorni per presentarle. Si tratta della seconda possibilità di integrare un progetto che per ben due volte ha destato perplessità agli organi giudicanti». Il Comitato ritiene che il progetto non sia quindi sufficientemente completo: «Ci chiediamo quanto sia opportuno, per la tutela del nostro territorio e della salute pubblica dei cittadini, continuare a richiedere integrazioni».

Per il titolare di ItalHousing, Lanfranco Vicario, le richieste di integrazioni sono invece una normale parte della fase progettuale: «È normale che in conferenza dei servizi si sviscerino tutti i dettagli tecnici – osserva – si analizza tutto a 360 gradi, perché gli enti giustamente non possono dare pareri preliminari e non c’è la possibilità di incontrarsi in altra sede. Per questo la conferenza è anche molto utile per noi, perché i progettisti possono capire di più». L’azienda ha già modificato il progetto iniziale: «Abbiamo accolto tutte le richieste di integrazioni e le garanzie richieste dal Comune. Altri aspetti erano già compresi nel progetto e sono stati chiariti – osserva il titolare – il nostro intervento vuole essere il meno invasivo possibile: vogliamo mostrare che il nostro progetto può funzionare senza creare problemi». Fra le precauzioni adottate, l’autolimitazione applicando soglie limiti più stringenti rispetto a quanto stabilito dalla legge per decretare la non pericolosità dei materiali e dei sistemi di controllo.

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