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Borgosesia, casa parrocchiale di Isolella ospita profughi ucraini

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Borgosesia, casa parrocchiale di Isolella ospita profughi ucraini

A Isolella la casa parrocchiale diventa la dimora per chi è fuggito dalla guerra

Accolte in frazione altre quattro persone (due donne, un ragazzo e un bambino) arrivate dall’Ucraina

Si è così realizzato il desiderio di don Giovanni Bossi che rinnovò i locali per ospitare persone bisognose

La casa parrocchiale di Isolella è diventata la casa dei profughi in fuga dalla guerra. Si è così realizzato il desiderio di don Giovanni Bossi: quando nel 2005 vennero inaugurati i locali rinnovati della casa parrocchiale, l’auspicio dell’allora parroco era proprio di poter ospitare persone in caso di necessità.

Mai come in questo periodo lo spazio voluto dal sacerdote scomparso il 9 marzo 2020, è diventato tanto importante: la scorsa settimana a Isolella sono arrivate quattro persone dall’Ucraina (due donne, un ragazzo di diciassette anni e un bambino di 3 anni), ospitate appunto in casa parrocchiale.

Vista la necessità di trovare alloggi per i profughi arrivati in Valsesia, a Isolella si è pensato di aprire a porte della casa parrocchiale: «Siamo stati contattati dagli amministratori comunali per sapere se ci fossero abitazioni o locali disponibili e in accordo con il parroco di Borgosesia don Gianluigi Cerutti abbiamo pensato alla casa parrocchiale» spiegano i frazionisti.

Lo spazio è stato sistemato per ricevere gli ospiti: «Per posizionare i letti abbiamo spostato alcuni oggetti presenti nel salone della biblioteca, che abbiamo deciso di chiudere temporaneamente. Il resto era già tutto pronto: c’è la cucina completa di stoviglie e pentole, c’è il bagno, l’impianto di riscaldamento».

Non è solo la casa parrocchiale ad aver dato alloggio a cittadini ucraini: ci sono stati casi di ricongiungimenti familiari con alcuni profughi ospitati in tre famiglie di Isolella dove la badante è ucraina. Una delle badanti ha raggiunto la Polonia per recuperare la figlia dodicenne e accompagnarla a Isolella. Anche ad Agnona alcuni frazionisti hanno sistemato abitazioni e aperto seconde case per poter ospitare i profughi arrivati in città. Nelle chiese delle frazioni sono state avviate collette per raccogliere sia cibo, vestiti e denaro, per aiutare i profughi arrivati in paese.

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